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Giovedì 20 Febbraio 2025
Dalì, arte del tifo
A Montano Lucino un locale diventato cult nel movimento del tifo azzurro. Le feste della curva, i premi Borgonovo, l’anteprima di De Sfroos e le trasferte con le ostriche. Un bar speciale tra mille eventi
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Lassù, sul colle, c’è un posto speciale. Speciale. Per i tifosi del Como, ovvio. Passi in macchina, da Montano (Lucino) e non ti immagini quel bar, il Bar Dalì, sia stato, e continui ad essere (anche se oggi in modo diverso) uno dei luoghi più frequentati e significativi dai tifosi del Como. I tifosi che ci tengono, che vivono la squadra tutta la settimana, che (come il leader dei Pesi Massimi Alessandro Giummo, che qui è di casa) vestono sempre, ogni giorno, ogni ora, qualche capo di abbigliamento legato alla storia del Como (ieri sera aveva la storica felpa riprodotta della Mita).
Partiamo dal fondo, và... Elencando tutto quello che è stato questo bar, gestito da Linda, Giulia e Walter, tifosi anche loro. Qui ci sono state due feste della curva, nel 2017 e 2018, quelle che adesso di fanno a Maslianico, quando l’area esterna per 48 ore diventò una curva da a stadio, gli striscioni appesi al balcone del primo piano, polenta e costine a ogni ora, musica, torciate e cori.
Qui c’è stata una edizione del premio Borgonovo, quello vinto da Cerri nel 2023, con giocatori e dirigenti ospiti, e Gabrielloni che si lasciò andare a notte fonda a un ballo sul tavolo che coinvolse tutti. Qui c’è stata la festa dei Pesi Massimi per il decennale del gruppo, con la visita di esponenti della squadra e delle autorità politiche, sindaco Rapinese in primis. Qui è stata organizzata la festa (unica festa) per la promozione in serie A, che si è tenuta nei capannoni del centro sportivo distante poche centinaia di metri, destinata a restare nei cuori della gente per sempre. Qui è stata organizzata la cazzuolata benefica con ospiti d’onore del mondo Como (i primi furono Gabrielloni e Cutrone), a favore della Aibws - Associazione Italiana Sindrome di Beckwith-Wiedemann per la quale furono raccolti più di 6mila euro. Qui è stata organizzato il ritrovo Superpartes, la riunione degli ultra di vecchia generazione di diverse tifoserie. Qui arrivò Davide Van De Sfroos a presentare in anteprima il brano “Pulenta e galina fregia” rivisitato in versione Calcio Como, quello che oggi viene irradiato dagli altoparlanti dello stadio. Qui, per un paio d’anni forse, più si teneva la riunione della curva dove si mettevano a punto le strategie del tifo. Basta tutto questo per definire il Bar Dalì un posto speciale del tifo azzurro? Certo che sì. Adesso che la curva ha abbandonato il Bar Dalì per trasferirsi ad Albate, il locale resta un punto di riferimento della vita del tifo azzurro, dove ogni giorno della settimana si riuniscono i tifosi a parlare della squadra, ma soprattutto dove si incontrano i Pesi Massimi, il gruppo di ex curvaioli oggi nei distinti, che qui ha piantato le tende come sede ufficiale del club. E dove si respira un tifo vintage, Anni Ottanta, ispirato da sentimenti che hanno abbandonato le nuove generazioni. Quello più lampante è l’inclusione: «E’ la nostra filosofia - spiega Giummo -: la voglia di stare insieme, di divertirci, di accogliere tutti quelli che vengono con noi, a patto ovviamente che si rispettino le regole del gruppo». Niente casini gratuiti, niente danni a cose durante i viaggi.
Una trasferta con i Pesi Massimi (che spesso noleggiano un pullman a due piani) è, a detta di tutti, una esperienza molto particolare, in senso positivo. Colazione a bordo con brioches, idee brillanti per il pranzo, come quella volta che sulla strada di Venezia vennero distribuite ostriche e champagne, e poi lasagne monodose, soste ad hoc, eccetera. Il gruppo si è distinto per numerose e note gesta benefiche, si calcola che abbiano donato in dieci anni della loro esistenza, tra vendita di materiale, casette alla città dei balocchi, aste di memorabilia, qualcosa come 180mila euro. Già in questo gennaio hanno raccolto più di 6mila euro. Quelli che con Luca, la Aibws e altre le associazioni beneficiarie.
Ma come ha fatto un bar nella collinetta di Montano a diventare un luogo cult? Merito di Beppe, uno degli aficionados, noto ex curvaiolo, che si trovava sempre al bar Corallo e spostò il ritrovo qui perché il locale chiudeva più tardi. E coinvolgendo sempre più gente, creando il Gruppo Montano e via via aumentando gli avventori. Le pareti parlano, anche in maniera più sottile rispetto a un normale bar di tifosi.
Non sciarpe maglie e bandiere, ma ad esempio una gigantografia di una veduta panoramica della città, tutta in bianco e nero, dove l’unica cosa a colori è il campo del Sinigaglia. La maniera più diretta per dire: il Calcio Como nella vita di queste persone è ben più di una semplice squadra di calcio.
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