
(Foto di Cusa)
Non ha dubbi l’allenatore Fabregas, dopo la sconfitta del Como a San Siro
Lilliana Cavatorta
«Datemi pure del perdente, ma lasciatemi perdere così, giocando in questo modo». Non è una provocazione, non è una sfida. Cesc Fabregas continua a essere fierissimo della sua squadra, sempre di più. «Siamo il Como, che cosa possiamo fare più di così? Siamo venuti in uno stadio come questo a giocare con coraggio, con personalità. Non credo che capiti tante volte di vedere una squadra che gioca in questo modo contro giocatori che valgono ottanta milioni. Certo, loro hanno il talento, e con questo vincono. Ma se parliamo di gioco di squadra, di tattica, nel mio Como c’è tutto».
E si va avanti anche in mezzo alle difficoltà, come quel gol annullato a Da Cunha, «che non era assolutamente in fuorigioco. No, quello è stato un errore, l’immagine è stata fermata quando la giocata era già partita. Questione di pochi centimetri, ma quel fuorigioco non c’era. Io non ho mai visto una serie di circostanze sfortunate come quelle che capitano a noi, penso anche ai gol presi all’ultimo come con il Genoa, con il Venezia... Ma questo non mi toglie l’ottimismo, e la fiducia in quello che stiamo facendo».
Fabregas ha un unico rimprovero da fare dopo la partita, a se’ stesso. «Voglio scusarmi per come mi sono comportato con l’arbitro a fine partita, ci tengo a farlo. Perché la prima cosa è l’educazione, ho cinque figli che mi osservano e non mi piace che mi vedano così: ho sbagliato, chiedo scusa a tutti».
Niente da dire invece sul rosso ad Alli. «Sì, l’espulsione c’era. Mi spiace, volevo dargli una piccola opportunità. Ero indeciso se inserire lui o Sergi Roberto. Dobbiamo essere meno nervosi, in questo senso dobbiamo alzare il livello».
La scelta di Cutrone lo ha soddisfatto: «Ha fatto una grandissima gara, ha attaccato tanto la profondità, quello che ci era un po’ mancato con il Venezia. Perrone tra l’altro non stava benissimo, volevo farlo riposare un po’». Contentissimo per Da Cunha, «un giocatore spesso sottovalutato, ma confermo quello che dicevo l’anno scorso, vorrei averne undici come lui. E poi, visto che spesso gli dico che da lui voglio da più, vorrei anche sottolineare la grande partita di Nico Paz».
I problemi in difesa, con due cambi obbligati, «certamente non ci hanno aiutato ma siamo comunque riusciti a fare benissimo la nostra gara. Kempf aveva preso un colpo e non se la sentiva di continuare, Dossena si è fatto male un ginocchio, dobbiamo capire l’entità in questi giorni». C’è la sosta, che ora può far bene. «Perché con l’Empoli comincia per noi una parte importante del campionato, dobbiamo avere tutti pronti».
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