È un Como tricolore Solo il Monza è più Made in Italy

Calcio Sedici i giocatori nostrani nella rosa. I brianzoli ne hanno venti e il Genoa come gli azzurri. Udinese e Torino le più straniere: ne hanno solo tre

Quattro italiani in campo negli undici titolari del Como sabato contro il Venezia. Pochi? Assolutamente no se si considera quello che sta succedendo nel campionato di serie A. Più di quanti ne abbiano in tutto nella loro rosa l’Udinese e il Torino, e questo sì che è un dato pazzesco...

Il tema divide, per forza di cose. L’invasione straniera nel nostro calcio è evidentemente eccessiva: senza mezzi termini, molti di questi giocatori non hanno qualità tali da rendere a prescindere necessario il loro impiego al posto di giocatori italiani. Un problema che si riversa in maniera diretta sulle difficoltà della Nazionale e sui suoi scarsi risultati.

Ma il Como, che pure di stranieri ne ha tanti anche per la sua inevitabile vocazione esterofila – straniera la proprietà, straniera la guida tecnica -, è una delle squadre che più tiene alta la bandiera tricolore in questa serie A.I dati, raccolti dal sito di statistiche e numeri Transfermarkt, parlano chiaro. Soltanto il Monza ha un gruppo di giocatori italiani più consistente di quello del Como, venti, pari al settantuno per cento della sua rosa. Attenzione, in questo caso per rosa si intende il numero complessivo dei giocatori sotto contratto considerati nell’ambito della prima squadra. Nel caso del Como, per esempio, in questo computo entrano anche giocatori come Varane, Kone, Chajia – giocatori del Como a tutti gli effetti ma che al momento non sono impiegabili e non rientrano nella lista ufficiale depositata in Lega -, o i giovani Fellipe Jack e Naj Razi, che giocano con la Primavera. Tolti loro e riferendosi a chi effettivamente fa parte ora della prima squadra, la percentuale italiana aumenta, arrivando a superare il cinquanta per cento: quindici italiani contro tredici stranieri.

Elenco

Sono italiani tre portieri su quattro – Audero, Vigorito e Bolchini -, cinque difensori – Dossena, Goldaniga, Barba, Sala e Iovine -, i centrocampisti Baselli e Mazzitelli, e quasi tutto l’attacco: Belotti, Cutrone, Verdi, Cerri e Gabrielloni. E quest’ultima soprattutto è la grande eccezione rispetto al resto del campionato.

Che poi non conti la provenienza dei giocatori ma la loro qualità è ovvio. Anche se, frugando nel passato, fu proprio la squadra che veniva incitata dagli spalti del Sinigaglia con il grido “Italia Italia” agli inizi degli anni cinquanta – quando gli avversari cominciavano a schierare gli stranieri e il Como invece giocava solo con italiani – a ottenere il risultato migliore di tutta la sua storia, il settimo posto in serie A nel 49-50.

Diverso

Oggi è tutto diverso: in questo momento guida la classifica la squadra che ha più stranieri, ma in generale non c’è una stretta correlazione, né in un senso né nell’altro, fra il numero di italiani in campo e i risultati. E’ positivo però che il Como, come filosofia e scelte, riesca a valorizzare anche i giocatori nostrani. Magari, perchè no, riuscendo a portare qualcuno di loro in Nazionale. E con una particolarità che nessuna squadra di serie A può uguagliare, e di cui si può e si deve certamente essere molto orgogliosi: di quei quattro italiani che sabato erano in campo titolari, due vestivano la maglia della loro città. Questa sì che è una vera rarità.

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