
Como calcio / Erba
Domenica 27 Aprile 2025
E ora il Como vuol calare il poker
Oggi contro il Genoa l’opportunità per gli azzurri di eguagliare il record di quattro successi consecutivi in A del 1952
CALCIO
È il giorno della possibile salvezza matematica del Como, con quattro giornate di anticipo. Che, certo, di questi tempi suona quasi come una battuta, come qualcosa di ovvio, di scontato. Niente di particolarmente emozionante, insomma. Eppure, dodici mesi fa a quest’ora il Como in serie A ancora non era sicuro neppure di arrivarci. C’erano già gli Hartono, c’era già Fabregas, c’erano già tanti soldi. E senza andare tanto lontano, alla fine del girone di andata il Como aveva un solo punto di vantaggio sul terzultimo posto, in piena zona retrocessione, con solo 4 partite vinte e più del doppio, 9, perse. Oggi i punti di vantaggio sul terzultimo posto, prima di questo turno, sono 14, e le vittorie sono diventate 10.
Perciò sarebbe ingiusto non sottolineare e celebrare un traguardo che tre mesi fa, pur con tutto l’ottimismo possibile, era difficile prevedere che sarebbe arrivato con così largo anticipo. E forse non sarebbe accaduto, non così tanto prima della fine perlomeno, senza quel rivoluzionario mercato di gennaio che ha dato al Como altre risorse, un altro volto, e delle certezze diverse.
Como-Genoa darà quasi certamente - potrebbe accadere addirittura anche perdendo - la formalità, l’ufficialità della permanenza in A per un altro anno, e tante attenzioni si stanno già concentrando sul futuro. Dell’allenatore, della squadra, dello stadio, degli obiettivi. Come è normale che sia. Ma è anche giusto voltarsi indietro, e analizzare con attenzione quello che è accaduto in questa stagione, e che ancora sta accadendo. Una capacità di crescita, di salto in una dimensione diversa, che ha pochi uguali, forse nessuno nella storia del Como. E che ha mietuto anche qualche vittima.
Qualcuna in senso fisico, per motivi di pura sfortuna, l’ultimo caso è quello di Diao. Qualcuna in termini di scelte, perché da gennaio a oggi c’è chi il campo non lo ha quasi visto più, o lo ha visto molto poco. Ma in questo senso, parlano i numeri, ha avuto ragione Fabregas. Che non ha guardato in faccia nessuno, se non la logica del risultato. Come deve essere, peraltro, in un campionato di alto livello.
Ed ecco un altro dei temi di questo Como-Genoa. Oggi non ci sarà Diao, e potrebbe non esserci Douvikas, perché è lui il giocatore in dubbio di cui Fabregas ha parlato l’altro giorno. E Cesc si trova a dover per forza modificare la squadra che ha ottenuto tre vittorie consecutive (il record assoluto in serie A è di quattro e risale al marzo 1952). Di cui due di seguito - cosa impensabile fino a qualche settimana fa - senza prendere gol.
Le alternative sono tante, è vero, ma sono soluzioni che Fabregas ha dimostrato ultimamente di non voler prendere in considerazione tanto volentieri. Soprattutto una, che ha un nome e un cognome, Patrick Cutrone. A Lecce, tanto per fare un esempio, nel finale è entrato Gabrielloni. Certo, su un risultato già ampiamente deciso. Ma la curiosità su quello che accadrà oggi resta.
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