Emozioni Como. La A di nuovo qui: che bello

Il pomeriggio al Sinigaglia per la sfida contro il Bologna

Quante volte in questi anni abbiamo guardato malinconici le foto della serie A, guardando i muri di folla, e sognando, immaginando di essere ancora lì? Ecco. Nel 2045 quando magari il Como tornerà in C (speriamo di no) con la Pergolettese, qualcuno vedrà le fotografie di ieri, e si chiederà: chissà come sarà stato bello. Orcocan, ma noi siamo qui adesso. Siamo in quel quadro,in quella fotografia, in quella festa, in quella magìa. Dentro lì: ed è bello esserci. Bellissimo.

Azzurro

Giorno 14 settembre 2024: il giorno in cui la serie A tornò al Sinigaglia. Fibrillazione sin da mattino. La gente non ci stava più dentro ed è uscita presto. Maglie, sciarpe, bandierine, felpe, cappellini. Un carnevale azzurro in centro mischiato ai turisti, tranci di pizza e piadine, birre e coca cola, sotto il sole di Piazza Volta, struscio di gente che si abbracciava, immaginava, fantasticava, godeva. Se qualcuno aveva fatto l’appello di arrivare presto, beh è stato ascoltato. Sciame festoso intorno allo stadio già prima dell’ora di pranzo. Alle 13.00 c’era già una lunga corda di tifosi che sostava davanti ai cancelli della curva. Nessun nervosismo, tutti pacifici, tanto c’era tutto il tempo necessario. Dal cancello della curva al Bar Pino, una bella coda. Intanto la città teneva botta. Nessun grave problema di traffico, strade vuote vicino allo stadio, solo in tarda mattinata un ingorgo in viale Lecco, ma la partita c’entrava poco. Al bar Pino e al bar Panpero, brindisi e sorrisi. Pizzicati due tifosi con divertente maglia autoprodotta, la scritta in arabo Al Jasim sulle spalle, e al posto della scritta “Uber” la scritta “When”, come dire: quando giocherà? Il ragazzino ha già tifosi non solo del suo paese (ma ieri non era convocato). Dentro, ragazze sorridenti distribuivano una nuova trovata: una “striscia” sul Como in fumetti, prima puntata, i ragazzi potranno collezionarle, un’altra maniera per fidelizzare. Stadio pieno. Il nuovo settore dei distinti un muro di folla che non si vedeva dai tempi che furono. Mistero, però: al mattino c’erano ancora 500 biglietti in vendita tra distinti e tribuna. Qualcosa è da registrare, ma qualcuno è riuscito a comprarlo alle biglietterie. Alla fine, 10.325 spettatori. Striscione della curva all’ingresso in campo: “Quando in campo scenderai non ti lasceremo mai”. Primo coro, “Ricordo quando ero piccolino...”, dedica alla maglia e allo stadio. Non una scelta casuale, una maniera per fotografare il momento.

Divisa

Como in maglia azzurra e pantaloncini bianchi: bellissimo, speriamo si ripeta. Anche la curva è emozionata, non riesce sempre ad essere roboante, ma quando salta e balla coinvolge anche la tribuna. C’è il sindaco Alessandro Rapinese (che si è diviso tra tribuna e curva), c’è Gianluca Zambrotta, Oscar Damiani, Marco Di Vaio, il manager del ciclismo Brent Copeland.

C’è spazio anche per una piccola polemica della curva, alla quale non è piaciuto che la società abbia scelto per le felpe vendute in boutique lo stemma della curva, quello che campeggia tra le due tribune nello stendardo gigante. Espongono un “ctrl+C ctrl+V” (copia e incolla in gergo tastiera) con i due loghi. Il Como diverte, gioca, segna: la gente canta, salta, applaude.

Ma il finale è amaro: il pari al 91’ gela tutti, e la gente corre a casa con le mani intasca, il collo affondato nel colletto, per ripararsi dal vento. Ma è stato bello lo stesso.

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