Fabregas: «All’attacco anche in serie A»

Calcio Cesc al Milano Football Week: «Niente 5-3-2, ho altre idee. E vorrei vincere il più possibile»

Le sue vacanze sono più che finite. Cesc Fabregas prima di buttarsi a capofitto nel lavoro con il Como farà anche una capatina in Germania, nelle vesti di commentatore degli Europei per la Bbc. E in quella veste seguirà anche Italia-Spagna, «sarà una partita top, con tanti giocatori giovani in entrambe le squadre, due grandi allenatori. Decisiva? In competizioni come queste per me la decisiva è sempre la prima».

Tecnico

In veste di allenatore del Como, invece, l’altro giorno Fabregas, insieme a Fabio Pecchia, è stato ospite della Milano Football Week, manifestazione organizzata dalla Gazzetta dello sport con una serie di ospiti prestigiosi. Ad aprire la kermesse proprio i due primi classificati della scorsa serie B. E gli spunti interessanti sono stati parecchi. Fabregas ha anche raccontato che terminerà in Italia, a Coverciano, il percorso cominciato in Inghilterra per ottenere il patentino. «Sono orgoglioso di poter imparare anche dalla scuola italiana, che ha creato tanti allenatori importanti».

La sua idea di calcio, però, è già molto chiara, e vorrebbe modificarla il meno possibile anche in serie A. «La mia idea, prima di tutto, è quella di vincere più partite possibili, e fare di tutto per capire come si deve fare. Per questo il nostro obiettivo è insegnare alla squadra a giocare in qualsiasi modo a seconda di quello che la partita e l’avversario richiedono. E questo credo sia stata la cosa migliore che il Como ha imparato a fare in questi mesi, la squadra ha fatto grandi progressi».

La A non sarà la stessa cosa, gli ricorda anche Pecchia seduto al suo fianco. Ma entrambi puntano ancora al bel gioco, «noi e il Parma – ricorda Fabregas – siamo state le due squadre con la linea difensiva più alta. In Italia quasi tutti si basano sul 5-3-2, io sono partito da un’idea diversa». E, oltre al Parma. Fabregas cita anche il Venezia. «Giustissima anche la loro promozione, insieme al Parma erano la squadra più forte del campionato. Poi ho apprezzato tanto il Catanzaro, il coraggio con cui hanno proposto il loro gioco, le partite contro di loro sono state quelle che ho aspettato con più curiosità». Oltre al Como, ovvio. «A un certo punto ho anche pensato che si sarebbe potuto arrivare primi. Anzi devo dire che questo era l’obiettivo di cui avevo parlato ai giocatori quando presi in mano la squadra a novembre».

Avanti

Si guarda anche avanti, soprattutto avanti. «Nomi come Modric, Sergio Ramos? No, costano troppo... A parte gli scherzi, non faremo una squadra per i grandi nomi o per il marketing, dobbiamo fare un lavoro intelligente e ben studiato, senza avere fretta». Pecchia scherzando indica Fabregas, giocatore, tra gli acquisti di mercato che vorrebbe per il suo Parma... «No, il calcio giocato non mi manca per niente, non mi piace nemmeno giocare durante gli allenamenti con i miei giocatori». Chiusura sui giovani, che in Italia hanno poco spazio, «intanto siamo contentissimi di aver preso definitivamente Braunoder, un giovane che ci ha veramente sorpreso in positivo. Qui in Italia però manca proprio il passaggio intermedio tra Primavera e prima squadra, il divario è ancora troppo grande. Ci vorrebbero le squadre B, altrimenti chi è giovane si perde nelle categorie inferiori, è un peccato».

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