Fabregas convinto: «Siamo solo all’inizio»

Interviste «Ci sono sei-sette giocatori arrivati a Como da poche settimane. Non si ottiene tutto subito

Il “progetto” è solo all’inizio, ma si sta cementando su basi solide. Perché – questo è sicuro – sono state gettate le fondamente e poco più. Mister Cesc Fabregas, che del progetto è architetto e capocantiere, sembra non ragionare solo sulla partita, ma abbraccia una visione più ampia: «Siamo solo all’inizio, ci sono sei-sette giocatori arrivati a Como da poche settimane. Non si ottiene tutto subito, ma stiamo lavorando nella maniera giusta. I conti si faranno alla fine e non ci sono solo i risultati a cui guardare: come allenatore dico che siamo al 10-15% di quello che vogliamo fare nel Como. Prima di tutto, serve costruire un’identità forte».

Se poi arrivano anche i risultati e le vittorie, corroborati da prestazioni positive, significa che la strada è davvero giusta. Ma a Bergamo è stato il Como più bello della stagione?

«Io ero contento anche dopo il pareggio contro il Bologna, ma anche dopo la sconfitta contro l’Udinese e abbastanza soddisfatto dopo il pari di Cagliari. Dico solo che la squadra meritava un risultato come questo, per tutto ciò che abbiamo creato nelle ultime partite: tutto merito dei ragazzi, che hanno svolto un grande lavoro».

Risultati e mentalità, parola che ricorre spesso nei discorsi di Fabregas: «So che il risultato è l’aspetto più importante, ma dobbiamo costruirlo attraverso una mentalità forte. Se non arretri su questo punto, prima o poi il risultato arriva. Avrei detto le stesse cose anche se avessimo perso 3-0: siamo contenti per la prima vittoria, però siamo in un processo di crescita». Per la sfida di Bergamo, Fabregas aveva fatto richieste precise ai giocatori: «Per vincere, sapevo che sarebbero servita tanta personalità. Credo che vincere a Bergamo, dove pochi giorni fa una big del calcio europeo come l’Arsenal ha faticato, sia un grande risultato. Ma sono soddisfatto soprattutto per come abbiamo vinto».

Se poi nel motore c’è un giocatore come Sergi Roberto, tutto viene più facile: «È stato il migliore in campo, lui è qui per questo. Io chiedo tanto ai giocatori e sono pesante. Avere uno come lui, che fa sempre la giocata giusta è importante per creare un’identità. Ha dovuto anche convivere con un problemino fisico, ma voleva giocare a tutti i costi. Questo dimostra la sua “fame”».

Altro bel segnale, i gol “nuovi” di Fadera e Strefezza: «È un fattore positivo e sono felice per loro. Arriviamo tanto in area, talvolta ci manca qualcosa per essere ancora più efficaci. Si può fare ancora meglio, ma stiamo migliorando».

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