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Martedì 31 Dicembre 2024
Fabregas: «Era una finale, bello vincere così»
Interviste «Non possiamo avere una sola idea di gioco e di modulo. A volte giocheremo a quattro, altre volte con Fadera esterno e Moreno più dentro»
Che squadra vede Cesc Fabregas? «Vedo una squadra che gioca con coraggio, che pressa, con una mentalità giusta. E questo è importantissimo». Il tecnico del Como si gode i frutti del lavoro, di un’idea di gioco che sta prendendo sempre più corpo. E che finalmente porta anche punti veri, dopo tanti applausi e qualche sconfitta o pareggio di troppo dei mesi scorsi.
E Fabregas conosce bene il valore di questa vittoria contro il Lecce, ottenuta in uno scontro diretto: «Era una finale per noi. E quando si deve vincere per forza, “o sì o sì”, come contro il Lecce, non è sempre facile essere sereni al punto giusto, come vorrei io. A me piacerebbe che la squadra giocasse come se di punti ne avesse 25. Però bisogna rendersi conto che, in serie A, vincere è sempre molto difficile ed è giusto dare valore a una vittoria come questa».
Bene, quindi, anche se Fabregas si aspetta sempre molto: «Come sempre, ho visto cose buone e meno buone, così come le vedevo nelle sconfitte. Anche questa volta, per esempio, si poteva palleggiare di più».
C’è stato un Como propositivo in entrambi i tempi, con tanti passaggi tra le linee che hanno mandato in tilt la difesa ospite: «Ci proviamo sempre, alcune volte riesce meglio. Molto dipende dall’atteggiamento degli avversari. Il Lecce ha provato a fare la sua partita, ma l’abbiamo contrastato molto bene».
Conferma della difesa a tre e secondo clean sheet? «Non è tanto giocare con i tre centrali, ma come lo abbiamo fatto. I numeri dicono che siamo stati bravi in B, vorrei lo fossimo anche in A, dove è molto più complicato perché le squadre si muovono di più, spesso sfruttando un gioco “robotizzato”. È per questo che noi non possiamo avere una sola idea di gioco e di modulo. A volte giocheremo a quattro, altre volte con Fadera esterno e Moreno più dentro. La cosa che non deve mai mancare è l’idea».
Cutrone è tornato titolare dopo alcune esclusioni, una mossa vincente: «Abbiamo un rapporto come deve essere. Non siamo amici, perché mister e giocatori non possono esserlo, ma lo conosco molto bene perché siamo stati compagni. Vedo subito dalla faccia se è incazzato o se è allegro. La cosa importante per me, è che faccia come stavolta. Ha giocato titolare, capitano, creando occasioni, facendo salire la squadra e segnando. L’importante che è che creda come tutti nel nostro stile di gioco».
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