Fabregas guarda alla Roma: «Serve continuità»

L’allenatore del Como: «Loro sono una squadra sottovalutata, noi siamo qui per crescere»

Se è vero che con il Como non ci si annoia mai e che le sorprese non sono ancora finite, Cesc Fabregas ne ha in serbo una forte. Lanciare - a breve - Dele Alli, l’ex fenomeno inglese, fermo da un paio di stagioni, ma che sarebbe quasi pronto per il gran ritorno in campo. Fabregas sta pensando alla sua convocazione contro la Roma: «Ma non per giocare, solo per fargli riassaporare l’atmosfera dello stadio e del campo. Stiamo valutando».

Molto più concretamente, rimanendo aggrappato alla squadra che, in queste settimane, continua a dare a lui e a tutta la tifoseria enormi soddisfazioni, il tecnico spagnolo ha parlato a tutto campo.

Prima di tutto della Roma e del suo tecnico Ranieri: la stima reciproca è evidentissima: «Proviamo ad andare a Roma con l’idea di riproporre i nostri concetti, cercando di ottenere più punti possibile. Dopo aver perso a Como, la Roma è cresciuta tanto e la considero un po’ sottovalutata. Ora è una squadra serena, che gioca bene e con i suoi giocatori di talento diventati protagonisti».

«Una gara speciale per noi»

Sarà l’ennesima partita attesa e con tante aspettative: «Sarà una gara speciale per noi, vogliamo darci continuità. Credo che meritassimo da tanto tempo una giornata come quella di domenica scorsa: ora dobbiamo far sì che questo modo di giocare sia sempre più naturale».

C’è un progetto in corso, come spesso ha ricordato. E altri pensieri sul suo futuro - a Ranieri hanno chiesto se Fabregas potesse essere un candidato alla successione -, per ora non sembra volerne fare: «Sono molto sereno, ovviamente non c’è nulla e se ci fosse qualcosa non lo direi… Ho un contratto di quattro anni, c’è il desiderio di finire un progetto. Ma ringrazio mister Ranieri, per le sue belle parole. Lui è un grandissimo, è un esempio. Alla sua età, ha una grande forza, la voglia e la gioia negli occhi: incredibile, come la sua carriera super».

Che Como attendersi quindi all’Olimpico, contro un “maestro”? «Ora abbiamo molte opzioni - fa notare Fabregas -, con il centrocampo a tre siamo migliorati molto sotto l’aspetto della gestione del pallone e difensivamente subiamo meno. Con il vecchio sistema eravamo più portati a colpire in contropiede».

E, ormai, ci si avvia al recupero di tutti gli infortunati: «Torna Gabrielloni, Dossena con il Venezia. Van der Brempt ci sarà contro il Milan, Sergi Roberto e Azon sono da valutare: o a San Siro o dopo la pausa».

Fiorentina e Napoli hanno evidenziato i progressi della squadra, ma già da alcune settimane -sebbene i punti non arrivassero - si erano notati tanti miglioramenti. Decisivi il mercato? Fabregas è d’accordo a metà: «Stiamo migliorando nella fiducia e nella mentalità. Eravamo forti anche all’inizio, ma si prendeva gol sempre: iniziavamo sempre con un regalo. Siamo anche migliorati tra il 65’ e il 75’: abbiamo spesso sofferto, ora va meglio».

E, con il ciclo terribile ormai quasi finito, c’è tanta voglia di concludere la stagione in crescendo: «Nella classifica e nelle prestazioni mi aspetto tanti progressi. Abbiamo avuto un calendario complicato, contro tante squadre top. Ma abbiamo sempre gestito bene la situazione, anche dopo le sconfitte. Ora, dopo due vittorie, non siamo diventati fenomeni: è compito mio tenere tutti concentrati».

«Non ci sono segreti»

Resta poi l’impressione che i giovani arrivati a Como abbiano qualcosa di speciale, non sbagliando mai una partita: «Io baso tutto sulle relazioni. Faccio l’allenatore per far crescere i miei giocatori e loro sfruttano questa situazione. Qua nessuno viene al campo malvolentieri, con tanti ho parlato per spiegare il progetto: non ci sono segreti, tutto è chiaro. Un esempio? Braunoder poteva andare via a gennaio per giocare. Ha preferito stare qua e crescere con noi, al campo e con i video: a queste cose do grande valore. Qua c’è la “cultura” del centro sportivo».

Gli mancherà, domani, l’emozione della panchina in uno stadio importante.

Spazio al suo vice, Dani Guindos che, dallo scorso anno, è uno dei “segreti” di Fabregas: «Senza lui, quello che abbiamo fatto l’anno scorso non sarebbe accaduto. È arrivato e si è subito calato nella nostra realtà, lasciando la famiglia in Spagna: è un grande lavoratore, lo ringrazio: lascio il Como in buone mani».

© RIPRODUZIONE RISERVATA