Fabregas: «Io all’opposto di Gasperini»

Calcio Il mister del Como: «Parlo del modo di giocare, ma non c’è dubbio che lui abbia costruito un capolavoro»

Atalanta o no, Cesc Fabregas non cambierà le sue idee, il suo modo di far giocare la squadra. «Non sarebbe possibile, non avrebbe senso», dice. E così anche domani sera a Bergamo il Como mostrerà un volto simile a quello proposto con il Bologna. «Qualcosa potrebbe cambiare, ma non l’atteggiamento e la filosofia di gioco».

Fabregas sa benissimo quanto può essere pericoloso il suo avversario. Giovedì sera è stato a vedere di persona la partita dei nerazzurri contro l’Arsenal. «È stata una gara molto interessante. Io e Gasperini siamo due allenatori all’opposto come modo di giocare, ma non c’è dubbio che lui abbia costruito un capolavoro. Loro cercano di “portarti fuori”, puntando tutto sull’uomo contro uomo. Ci sono fasi in cui il loro centrocampo è vuoto, a me invece piace dominare la partita con tanta gente in mezzo al campo, è un gioco completamente diverso».

«Pronti a morire»

Che non prescinde però dalle qualità individuali, «assolutamente, loro hanno giocatori fortissimi anche a livello di tecnica. Ma quello che fa la differenza è proprio il fatto di avere da tanti anni un allenatore che tutti seguono, giocatori che sono “pronti a morire” per seguire la sua idea fino in fondo». Dunque, bisogna capire quanto i giocatori del Como seguono altrettanto Fabregas, a che punto siamo? «Io ho sentito fin dall’inizio che la squadra mi seguiva, fin dal primo momento. Di lavoro da fare ce n’è tanto, ma giorno dopo giorno miglioriamo, condividendo la stessa idea».

A proposito di idee, a Bergamo può essere più funzionale quella proposta con il Bologna o potrebbe esserci l’idea di tornare alle due punte? E quanto questa scelta può dipendere dalle condizioni di Belotti? «Intanto, la squadra sta imparando a giocare in entrambi i modi. Come giocheremo a Bergamo vedremo. Belotti con Cutrone? Certo, ci saranno partite in cui giocheremo così, non posso dire se sarà questa. Giocare con due punte indubbiamente mette in condizioni di stare più in area, di avere più opportunità di segnare, ma viceversa può anche dare meno stabilità difensiva. E secondo me per almeno 75’ con il Bologna da questo punto di vista siamo andati bene, non abbiamo praticamente corso rischi. In fondo, potevamo anche vincere 4-0».

Il ballottaggio

Ma perché allora, secondo Fabregas, non è avvenuto? «Dovevamo sfruttare meglio qualche occasione, e ne abbiamo avute anche nel finale. In quanto ai gol presi, abbiamo perso qualche uno contro uno, si poteva fare meglio. Dobbiamo imparare a gestire meglio, a “goderci”, anche le fasi di sofferenza della partita».

Sulle scelte individuali Fabregas si sbilancia poco. Ribadisce che «giocherà ancora Audero, mi è piaciuto. Ma Reina è pronto per esserci utile, se servirà».

E poi, una indiscrezione, sul ballottaggio Iovine-Van der Brempt. «È il dubbio più forte che avevo per il Bologna, forse avrebbe giocato Van der Brempt se non avesse avuto un problema fisico proprio il giorno prima della partita. Ora sta meglio, sarà in panchina».

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