Fabregas-Milan? No, non si muove

Calcio Tante voci di mercato sul tecnico spagnolo. Ma lui ha in testa di completare il progetto con il Como

Ogni tanto serve essere chiari, senza girarci troppo intorno per fare il titolone e sperare in qualche click. Nelle ultime settimane si è parlato tanto del futuro di Fabregas. Va male il Milan? Per il dopo Conceicao c’è Fabregas. Va male la Juve? Per il dopo Thiago Motta c’è Fabregas. Va male la Roma? Per il dopo Ranieri c’è Fabregas.

Mercato

Quello che fino a un mese fa veniva considerato un allenatore troppo spregiudicato, altezzoso e ancora acerbo, improvvisamente (dopo risultati indiscutibilmente clamorosi) è diventato un genio su cui le grandi squadre stanno “facendo valutazioni”: un modo furbo per dire tutto e niente. In questo mondo si fa presto a cambiare opinione, a maggior ragione quando in ballo c’è il calciomercato.

La verità è che Cesc, a cui abbiamo sempre riconosciuto i meriti per quello che sta facendo, anche quando i risultati non arrivavano, ha veramente in testa solo il Como. E sicuramente, almeno per quanto riguarda la prossima stagione, siederà ancora sulla panchina lariana (sempre bene ricordare che ha un contratto quadriennale, oltre ad essere azionista del club).

Conviene a lui, che qui ha un potere decisionale superiore rispetto a quello che avrebbe in qualsiasi altra squadra, e conviene al Como, per portare avanti quel progetto che lui stesso ha detto essere arrivato “alla metà di quello che ho in testa”.

Campo

Poi ci sono gli aspetti legati al campo. Non c’è dubbio che nella storia del calcio italiano Fabregas rappresenta un caso unico. Un allenatore giovane (37 anni), che alla sua prima stagione in panchina nella massima serie riesce a dare un’impronta riconoscibile alla squadra, risultando credibile anche nelle dichiarazioni, sempre coerenti, e con un atteggiamento da manager vero. Insomma, qualcosa di nuovo, che trasmette un senso di evoluzione della figura dell’allenatore nudo e crudo.

“Ma il Como non ha equilibrio, gioca bene perché lascia tanti buchi dietro”. A molti è bastata la bandierina spagnola vicino al nome di Fabregas per tratteggiarlo come un tecnico offensivo, che bada poco alla difesa, disposto a lasciare spazi dietro pur di promuovere una manovra avanzata.

Peccato che i dati dicano altro. Perché se è vero che il Como è la quinta peggior difesa della Serie A, è altrettanto vero che è tra le squadre che hanno concesso meno occasioni da rete agli avversari (ottava, davanti anche a Lazio e Roma). Ma è anche nella top 3 di quelle che hanno segnato più gol su azioni da ripartenza, a dimostrazione di come le analisi che assegnano al Como l’etichetta di squadra sbilanciata nei reparti non siano supportate dai numeri reali.

Il campo non mente mai, e nemmeno Fabregas quando dice: «Ho voglia di rimanere fino alla fine del progetto».

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