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Sabato 08 Febbraio 2025
Fabregas e Motta allo specchio. Riflessi di qualità
Li manda il Barcellona si assomigliano tanto. Stavolta il tecnico del Como ha fatto qualcosa di diverso Li manda il Barcellonasi assomigliano tantoStavolta il tecnico del Comoha fatto qualcosa di diverso
Dalla Masia alle rive del lago, passando per le luci dello Juventus Stadium in una calda serata d’agosto. Li manda il Barcellona, e si vede. Cesc Fabregas e Thiago Motta hanno quel no so che di voglia di bel calcio che, in Catalogna, t’insegnano già negli anni della cantera. E loro, uno da poco distante e l’altro direttamente dal Brasile, i ritmi tutto tecnica e velluto li hanno vissuti sin da ragazzi.
La trasposizione del loro pensiero, da qualche tempo a questa parte, è affidata a chi - loro medesimi - mandano in campo. A volte si vede, a volte no: è il calcio, bellezza. Anche per chi vuole fare del calcio una bellezza. Sempre. Al di là dell’avversaria e malgrado la classifica. Cesc e Thiagone, insomma, a braccetto per le strade del campionato e non solo sull’erba del Sinigaglia. Al freddo e al gelo di questa serata di febbraio.
E Fabregas quando dice di ispirarsi alla visione (anche) di Motta non lo fa per piaggeria. Ma in maniera convinta. Con il 4-2-fantasia che - nel suo “casino (e il senso è il più bonario possibile) organizzato con quei quattro davanti che non sai mai da dove partano e dove arrivino - è molto più dogmatico di quanto dia a vedere. Probabilmente ancor più accurato e studiato del collega bianconero.
Pressione alta, tanta qualità, le giuste spaziature, palla avanti e palla indietro, i reparti molto corti e poi quella mossa a sorpresa, ovvero una gabbia su Yildiz. Ma non con difensori e/o i due centrocampisti davanti alla difesa, bensì con Strefezza, sempre e in prima battuta, e Nico Paz al raddoppio. L’italobrasiliano, ad esempio, ha fatto spesso il quinto di difesa, senza mai rinunciare ad attaccare e sorreggere la banda dei trequartisti.
Diverso, stavolta, l’atteggiamento di Motta. Che a più riprese ha cercato la punta centrale Kolo Muani saltando il centrocampo e il pressing primario del Como. Como che, ancora una volta, ha dimostrato di che pasta è fatto e di come, per scelta, non si nasconda mai, nemmeno contro le grandi.
Atteggiamento che contraddistingue la manovra di Fabregas dalla prima di campionato. Senza mai sconfessarsi, nemmeno quando ci sarebbe da pensare di mettere in ghiacciaia il risultato. Pagherà? Alla lunga di sicuro. Nell’immediato, però, ci sta anche chi - come stavolta - chiede punti. Altro sale della vita del calcio non solo nostrano.
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