Fabregas: «Nei primi venti minuti il Como che voglio io»

Intervista «Ho visto il calcio che piace a me, con passaggi precisi, con una partenza dal basso produttiva»

La miglior versione del Como contro il Lecco? Cesc Fabregas non ha dubbi: «Nei primi venti minuti, ho visto il calcio che piace a me, con passaggi precisi, con una partenza dal basso produttiva, con l’obiettivo di tentare una giocata in profondità». Ed è convinto che, alla fine, manchi qualcosa: «Manca un po’ di costanza, perché nel secondo tempo non c’è stata la stessa qualità vista nel primo. Ovviamente, avrei voluto vincere, ma quello che vedo già comincia a piacermi. Sì, credo che nel complesso avremmo meritato di vincere». Certamente, il Lecco ha opposto resistenza: «Alla fine, però. Si sono resi pericolosi quando Iovine era quasi fermo per infortunio: se non si può vincere, quantomeno non volevo rischiare di perdere».

Tre cambi nella formazione iniziale rispetto al debutto di sabato contro la Feralpisalò. Cambiamenti dettati da un necessario turn over e dalla voglia di dare spazio a giocatori che, a giudizio del tecnico, meritavano una chance: «Due cambi nella formazione erano obbligati: Iovine non avrebbe potuto fare due partite consecutive, Baselli era squalificato. Chajia meritava di giocare dall’inizio: deve prendere fiducia e capire che può essere decisivo anche da titolare, non solo alzandosi dalla panchina. Kone? Non era pronto per giocare subito, ma è un giocatore molto importante per noi: entrando nella ripresa, si è messo a disposizione della squadra».

Un giocatore inserito un po’ a sorpresa è il danese Oliver Abildgaard. Uno dei migliori a centrocampo, schierato davanti alla difesa con Bellemo: «C’è molta concorrenza a centrocampo, ha avuto una chance e se l’è giocata bene».

Sebbene per pochi minuti, si è rivisto Cerri a tre mesi dall’ultima partita disputata contro la Reggiana: «Ci siamo parlati tanto ieri, in lui ho grande fiducia. Deve giocare, perché l’allenamento non basta: deve entrare e sentire la fiducia. Soprattutto, deve tornare a sentirsi un giocatore».

© RIPRODUZIONE RISERVATA