Fabregas, nero su bianco: «Adesso devo costruire»

Calcio Il mister del Como alla vigilia delle sfida di stasera con la Juve: «Da ora si cambia poco. C’è una famiglia da assemblare, un gruppo che deve crescere insieme» «Arrivati più giocatori di quelli che pensavo e sono contento. Ma è come ripartire quasi da zero»

«Per prima cosa fatemi dire che sono contento che sia finito, è una liberazione».

Prima di rispondere a qualsiasi domanda, prima di ogni altra considerazione, Cesc Fabregas comincia così la sua conferenza stampa. Di cosa parla? Del calciomercato. Di un mese in cui «sono arrivati più giocatori di quelli che pensavo, e sono contento. Ma ogni sei mesi è come ripartire quasi da zero, come dover ricostruire una squadra nuova».

E lavorare in un continuo via vai non è facilissimo, questo è il succo. Ma di questo via vai del resto Fabregas è parte attiva, attivissima.

«Ho firmato quattro anni di contratto e sono qui per costruire anche il futuro. A volte sembro presuntuoso quando dico che anche se le cose andassero male noi continueremmo senza problemi, ma questo è il compito che mi è stato affidato. E’ chiaro che vogliamo la salvezza, stiamo lottando per questo e ce la faremo. Ma quello che stiamo facendo ora ci consentirà anche di costruire una squadra e uno stile di gioco che nel futuro avrà bisogno di sempre meno cambiamenti, ed è ancora più importante».

E anche per questo tra i tanti nomi nuovi c’è chi non potrà essere utile subito.

C’è Vojvoda che per almeno tre settimane non ci sarà. Nemmeno tanto però se si pensa che Azon, per esempio, si potrà vedere non prima di un mese e mezzo.

«Ma è un giocatore che il Como aveva già deciso di prendere quest’estate, c’erano già gli accordi. A questo punto meglio anticipare i tempi e anche se deve recuperare – infortunio al polpaccio, ndr – è preferibile che lo faccia qui con noi, che cominci a entrare nella nostra mentalità».

E poi, Dele Alli. «Potrà tornare forte come prima? La cosa fondamentale è che sia lui a crederci. Ha un obiettivo preciso – i Mondiali -, e so che vuole fare di tutto per arrivarci. Noi siamo qui per aiutarlo a riuscirci. Sta ancora lavorando a parte, con un programma adatto per lui. Non gioca da prima che smettessi io, figuriamoci... ma magari tra quattro-cinque settimane potremmo cominciare a vederlo, non c’è fretta».

Fabregas tiene anche a ringraziare chi se ne è andato. «Barba, Baselli, Verdi, Sala, ragazzi che qui hanno dato tutto e che ci hanno aiutato a raggiungere un traguardo storico. E Cerri, un compagno, un amico, che ha dato tantissimo per il Como. Mi spiace anche per giocatori come Audero, Belotti, Mazzitelli, è anche una mia sconfitta personale, anche colpa mia se non sono andati come speravamo...».

Tornando a chi è arrivato, Fabregas parla della nuova punta centrale, Douvikas. Un’alternativa a Cutrone o un giocatore che può essergli complementare?

«Dipende da come si sceglie di giocare. E’ comunque una prima punta, con un’ottima percentuale di gol in rapporto ai minuti giocati, Un giocatore forte fisicamente, intelligente, cattivo dentro l’area, deve migliorare con la palla al piede».

Si aspettava un difensore centrale di ruolo, che invece non è arrivato, «ma abbiamo giocatori che possono adattarsi, vedremo chi riuscirà a farlo meglio». Intanto, ci si deve tutti adattare a un nuovo modo di comunicare, viste le tante lingue nel gruppo.

«Prima facevamo comunque in italiano le riunioni tecniche, adesso bisognerà cambiare, usare di più l’inglese». Anche questo fa parte del percorso, inevitabilmente.

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