Fabregas: «Paz come me: dopo la Nazionale giocavo sempre»

Intervista Alla fine, questo è un buon punto: contro una bella squadra, che a mio giudizio vale la metà della classifica di serie A».

Ben pochi rimpianti o recriminazioni. Anzi, per Cesc Fabregas, che ha reso tutti gli onori del caso pre e post partita al Parma, è un pareggio che il tecnico accetta con tutta la filosofia del caso. Così il tecnico spagnolo del Como, dopo il pareggio contro gli emiliani: «Questo è il calcio. Purtroppo abbiamo preso gol nel nostro migliore momento, ma è la legge della serie A. Per vincere, tutti devono fare molto bene».

Ancora una volta, Fabregas elogia i giocatori: «Qui è tutto nuovo, tre anni fa eravamo in serie C: giocatori nuovi, mister nuovo, dinamiche nuove. Ma avere reagito con questa personalità al gol del Parma mi fa grande piacere. Io dico che io sono il responsabile della squadra e io vogli vedere personalità, come l’ho vista in campo».

Il gol e l’avvicinarsi dell’intervallo non hanno frenato il Como: «Dopo il gol, può succedere di reagire con nervosismo, noi invece abbiamo reagito con la testa e con la nostra mentalità. Stiamo crescendo, lo vedo come un fattore positiva. Ho visto 35 minuti di buon gioco, 9 meno bene nel primo tempo. Ho visto un altro quarto d’ora ben fatto nella ripresa poi, anche per merito del Parma, abbiamo perso un po’ il controllo del gioco e le distanze. Quando le partite si mettono così, facciamo più fatica. Alla fine, questo è un buon punto: contro una bella squadra, che a mio giudizio vale la metà della classifica di serie A». Nella sua partita forse meno brillante in fase di suggerimento, Fabregas ha ritrovato un Paz capace di andare a segno.

Una settimana da sogno, cominciata con l’esordio nella Nazionale argentina e con l’assist a Messi contro la Bolivia, e conclusa con il primo gol in serie A nel Como: «È un piacevole “problema”, quando si ha a che fare con giocatori così forti e giovani bisogna gestire il momento con loro. Ripenso alla mia storia: mi hanno fatto volare. Dopo le mie partite in Nazionale, Wenger mi diceva di giocare. Nico sa cosa deve fare, ha bisogno di spazio e di dimostrare la sua creatività»

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