Fabregol, la nuova mentalità Como

Da Natale in avanti, la squadra ha cambiato marcia in attacco: ora la media è di 1,57 gol a partita

Un attacco da parte sinistra della classifica. Il Como cresce a suon di gol, un miglioramento sensibile in questi ultimi mesi, addirittura del cinquanta per cento. Tanto che in questo momento l’attacco biancoblù è il decimo miglior attacco della serie A, dopo quello delle prime nove squadre della classifica. E se il ritmo di questi ultimi tre mesi ci fosse stato anche nella prima parte, sarebbe anche più su.

Una distribuzione migliore

Del resto, il Como segna sempre. Da Natale in poi, dopo aver perso con l’Inter a San Siro, sono passate quattordici giornate. E solo in un’occasione l’attacco comasco è rimasto a secco, a fine gennaio a Bologna. Nelle diciassette giornate precedenti era successo sei volte, il confronto è schiacciante. Diciassette gol nelle prime diciassette giornate, ventidue nelle successive quattordici, da una media di un gol a partita a 1,57. Con una distribuzione anche molto migliore, se si considera che nella prima parte della stagione per ben due volte era arrivata una tripletta, a Bergamo con l’Atalanta e in casa con il Verona.

Tutto questo nonostante lo stesso Fabregas spesso sottolinei come la sua squadra debba migliorare nella concretezza sotto porta, non riuscendo a conquistare quello che meriterebbe. Ed è assolutamente la verità.

Nei numeri, però, il gioco offensivo del Como comincia pian piano a pagare. Più in attacco che in difesa, dove invece continua a essere molto faticoso tenere la porta inviolata. Anche qui c’è comunque uno spartiacque da Natale in poi, però è accaduto soltanto tre volte. Una sola, a Firenze, nel girone di ritorno. E questo ha sicuramente pesato nel bilancio anche più dei gol non segnati.

In questa crescita di produzione offensiva c’è soprattutto un nome, quello di Assane Diao, che proprio sabato è tornato al gol raggiungendo a quota sei Cutrone e Paz. Così come una maggiore continuità realizzativa dello stesso Paz, che nella prima parte della stagione aveva segnato una sola rete, dalla partita con la Roma in poi c’è riuscito cinque volte. Metà dei gol segnati in queste quattordici giornate di crescita sono arrivati da loro due.

E parlare di Diao fa pensare a quanto di positivo abbia portato il mercato di gennaio, non solo in termini di gol. Sabato sette titolari su undici erano giocatori arrivati quest’inverno, le reti portano le loro firme: Ikonè, Diao, Vojvoda. E se quest’ultimo ha rotto un tabù, perchè è stata la prima rete stagionale di un difensore, quella di Ikonè – la seconda per lui, che è al momento il giocatore del Como con il miglior rapporto tra minuti giocati e gol segnati – ha chiaramente mostrato come il francese possa essere un’arma letale per le difese avversarie in questo finale. Come può esserlo Douvikas, che a Monza si è perso più di una buona occasione per segnare ma che nella partita precedente con l’Empoli è stato decisivo pochi minuti dopo essere entrato in campo.

Iniezione di qualità

Insomma, in generale una bella iniezione di qualità per l’attacco, come lo sono stati tutti gli altri ultimi arrivi, da Caqueret – che ha concesso a Fabregas più elasticità nei cambi di assetto a centrocampo e alle spalle dell’attacco – a Valle e Smolcic, oltre al già citato Vojvoda. E a Butez, che con l’attacco biancoblù c’entra poco ma con gli attacchi avversari c’entra parecchio, e anche sabato a Monza è stato tra i più decisivi.

Di questo passo, la salvezza non solo sarà tranquilla ma sarà decisamente divertente, a suon di gol.

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