Gioie e sprechi: il Como gioca, ma manca un clic

Anche contro l’Atalanta, come con Milan, Venezia, Genoa e Bologna, punti lasciati per strada

Lo avevamo detto dopo Como-Milan e lo abbiamo ripetuto dopo Como-Atalanta: difficile giudicare certe partite del Como. Dei mostri a due teste, con una sentenza che pare chiara: la squadra azzurra, per il gioco che produce, meriterebbe più punti in classifica. Che poi è un concetto vago: i punti che ti meriti sono quelli che hai. Però a guardare certe altre partite di serie A e a vedere i lanci lunghi e il gioco stantio, ti viene da chiederti, anche in maniera banale, come cavolo faccia questo Como ad essere dietro in classifica a certe squadre.

Punti

C’è qualcuno che si è divertito a fare calcoli. Tipo a sommare i punti che il Como ha lasciato sul terreno quando si è trovato in vantaggio. Sono 14: due con il Bologna (da 2-0 a 2-2), due con il Genoa (da 0-1 a 1-1), due con il monza (da 1-0 a 1-1), due con il Venezia (da 1-2 a 2-2), tre con il Milan (da 1-0 a 1-2) e tre con l’Atalanta (da 0-1 a 1-2). La statistica ha le sue falle, ma è una maniera per quantificare quello che è stato lasciato per terra. Colpe? Responsabilità? Fabregas ha la sua sentenza:manca ancora il clic definitivo, quello che fa tradurre in gol tutto il lavoro di gioco che questa squadra fa. Più che sbagliare reti clamorose, non arriva spesso al tiro. Detto questo, aver messo così in difficoltà una squadra come l’Atalanta, certo è una medaglia. Ma anche Fabregas sa che avere ancora la zona rossa così vicina (seppure comandi la fila delle dirette rivali) è una dato da una parte paradossale e dall’altra inspiegabile. O forse sì. L’atteggiamento tattico di Fabregas ci mette del suo, ovviamente, ma sono pochi quelli disposti a sacrificarlo per un atteggiamento più prudente. Certo a volte, quando il vento suggerirebbe di coprirsi, magari turandosi il naso, lui prende tutti in contropiede, mettendo gente tecnica se non attaccanti nuovi. Inutile parlarne, Fabregas è questo. Piuttosto la scelta di giocare senza un bomber di un certo tipo, quando vedo i centravanti più classici metterla puntualmente dentro, fa discutere. Fabregas ha sfidato tutti, sabato, giocando addirittura senza punte di ruolo, come faceva da giocatore nel suo Barcellona.

Guai

E poi c’è la questione degli infortuni, che sta diventando invasiva, specie se colpisce giocatori della stessa parte di campo. Adesso quella della difesa è una questione scottante, perché a Bologna si rischia di andare con molti giocatori riadattati. Moreno e Sergi Roberto erano probabilmente un po’ usurati, e adesso il fisico chiede il conto, gli altri infortuni muscolari dicono che si sta ancora trovando la giusta alchimia della preparazione.

Insomma, c’è da sistemare qualcosina, per vedere una squadra che con Nico Paz, Strefezza, Diao, Perrone, cioè con così tanta qualità tecnica, non abbia il patema del girone dantesco della salvezza, dove da un certo punto della stagione in avanti, rischi di dover fare i conti con un calcio più fisico e meno tecnico. Meglio tirarsi fuori prima possibile da lì. Con quel clic che Fabregas continua a cercare.

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