I ko in fotocopia. Como in analisi

Contro MIlan (due volte), Atalanta e Roma lo stesso copione. A Marbella Fabregas cerca correttivi: più attenzione dopo metà ripresa

CALCIO

La battuta più bella l’ha fatta un tifoso. Che poi sarebbe il titolare del Birratrovo, locale cult per i tifosi azzurri nel prepartita: «Ho trovato la soluzione: Fabregas allena sino al 70’, poi per gli ultimi minuti in panchina ci va Allegri, et voilà, fatta». Si scherza. Ma davvero basta fare un giro nei bar o nel centro di Como per scoprire che sul Como, in questi giorni di stand-by da sosta, si parla quasi solo esclusivamente di questo: delle rimonte subìte dal Como, di quelle porzioni di partita dopo metà ripresa nei quali per un motivo o per l’altro, il Como getta alle ortiche tutto quello che di buono ha fatto nei minuti precedenti.

Quattro partite sotto esame, stesso canovaccio, stessa nobiltà dell’avversario, stesso esito, stesse illusioni, stesse difficoltà nel commentare le partite. Perché sino a metà ripresa vedi un Como stellare, capace di annichilire gli avversari (e che avversari...) giocando a calcio, applausi per tutti, squadra e pubblico avversario e commentatori tecnici. Poi, nell’ultimo quarto di partita, l’uno-due che ribalta la partita.

È successo quattro volte, partite in fotocopia, cioè quelle che abbiamo analizzato. Como-Milan 1-2, Como Atalanta 1-2, Roma-Como 2-1, Milan-Como 2-1. Azzurri in vantaggio poi ripresi e superati con un uno-due micidiale. In pochi minuti, tra l’altro: 5’ in Como-Milan (71’ e 76’), 13’ in Como-Atalanta (56’ e 69’), 15’ in Como-Roma (60’ e 75’), poco di più (22’) in Como-Milan (52’ e 74’).

Analizzando queste partite, trovi sorprendenti punti in comune: tre volte su quattro il Como di è portato in vantaggio nel primo tempo (contro Atalanta, Roma e a San Siro con il Milan), due volte con lo stesso giocatore (Da Cunha). Negli otto gol avversari, solo uno è arrivato da calcio da fermo (il primo del Milan al Sinigaglia), due sono arrivati per colpa di due deviazioni sfortunate, tutti e due si Goldaniga, contro Milan in casa e Roma, ma quello che sorprende è come la grande maggioranza delle reti arrivi a difesa schierata, con il giocatore che si incunea tra i centrali, come Leao, Pulisic, Retegui in parte Dovbyk.

Al dilà delle similitudini, le domande che si fanno tutti sono: 1. C’è una correlazione tra il sistema di gioco di Fabregas e quella che sembra una malattia vera e propria? 2. Possibile, vista la disposizione schierata della difesa del Como nei gol subiti, che sia anche un problema di stanchezza, di energie e lucidità che comincia a mancare visto il dispendio di energie in un gioco così aggressivo? 3. Quanto c’entrano i cambi sempre e comunque offensivi?; 4. Fabregas utilizzerà la pausa e il ritiro di Marbella per apporre dei correttivi?

Partiamo dall’ultima domanda. La risposta è sì. Non è la prima volta che Fabregas fa un riferimento alla lucidità di cui il Como necessita nei finali di gara. In alcune partite ha mostrato di aver imparato, in altre no. Studierà una formula, perché è sicuramente una aspetto da correggere sulla strada che lo porterà ad essere uno dei grandi. Ma occhio, come si dice: meglio un ronzino da domare che un cavallo bolso da rivitalizzare. O come si dice nei motori: meglio un pilota veloce che fa tanti incidenti, che uno lento. Perché quello veloce quando smetterà di fare incidenti sarà un campione, quello lento non sarà mai veloce. Fabregas è veloce, ha talento, sbaglia per euforia, per presunzione tattica, perché esagera, ma deve solo registrare qualche particolare.

La stanchezza può essere un tema. Anche perché le rimonte subìte non sono capitate solo nelle quattro partite fotocopia. C’è stata quella con il Bologna (clamorosa dal 2-0 a 2-2), quella con il Monza (sfortunata), con il Venezia (andata e ritorno, anche qui iellata), con il Genoa (altra sfortuna, ammesso che un errore di posizionamento al 95’ lo sia). E poi la sconfitta in casa con la Juve, con un rigore negato al Como e uno dato ai bianconeri. Ma rimonta è stata. I cambi? Guardiamoli. Co il Milan al Sinigaglia prima dei due gol rossoneri erano entrati Caqueret al posto di Strefezza al 45’ e Perrone per Engelhardt ; a Como-Atalanta, Cutrone per Strefezza e Caqueret per Perrone al 68’. A Roma-Como Cutrone per Caqueret al 56’, mentre gli altri cambi erano tutti ruolo per ruolo (Vojvoda per Smolcic, Fadera per Diao e Moreno per Valle). Infine a San Siro sabato, a parte la girandola per gli infortuni in difesa, Perrone per Caqueret. In altre occasioni abbiamo visto cambi più estremi. Certo, però, mai cambi per proteggere il risultato.

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