Il Como è a un bivio, adesso si cambia

Dall’ultima vittoria, quella con il Verona,sono passate otto partite, in cui il Como ha segnato solo cinque gol. Ben difficilmente Fabregas rinuncerà al modulo in cui crede, ma potrebbe dare il via libera a Belotti e Verdi

Andrea Belotti e Simone Verdi. Due giocatori che valgono tanto, anche per la loro lunga esperienza in serie A, ma che sono utilizzati poco. Carte che a questo punto Cesc Fabregas potrebbe pensare di utilizzare di più già dalla partita di Venezia. Nel dopopartita contro il Monza il tecnico ha elogiato il loro modo di entrare in partita, non escludendo che qualcosa possa cambiare presto.

A Venezia del resto bisogna vincere. Non perdere, certo, ma solo i tre punti possono davvero cambiare le cose e dare un po’ di respiro alla classifica del Como. Ergo, bisogna segnare. E che sia un discorso di modulo o di uomini, anche questo per il Como è diventato difficilissimo. Un problema altrettanto grave quanto la costante perforabilità della difesa.

Il quadro d’insieme

Dall’ultima vittoria, quella con il Verona, a oggi sono passate otto partite, in cui il Como ha segnato solo 5 gol. Due peraltro inutili, quello di Strefezza a Napoli e quello di Mazzitelli contro la Lazio. Peggio ha fatto soltanto il Lecce, che nello stesso lasso di tempo ne ha segnati 4: con la differenza però che in questo stesso periodo il Como ha raccolto 3 punti, il Lecce 8.

E peraltro, in queste 5 reti ci sono anche marcatori estemporanei, come Mazzitelli ed Engelhardt. Cutrone non segna da quel Como-Verona, unica partita decisa dalle reti di due attaccanti, appunto Patrick e poi Belotti, gol decisivo per l’esito finale, segnato poco dopo essere entrato a un quarto d’ora dalla fine.

Impresa che non gli è riuscita con il Monza, pur essendoci andato vicino nel finale. Vista la situazione, e il momento poco fortunato di Cutrone, non si può dunque escludere che la scelta per questa gara possa cadere sull’ex granata.

Che certo non arriva da un periodo brillantissimo, ma che era stato scelto dal Como proprio anche puntando sulla sua voglia di riscatto. Però finché non viene messo seriamente alla prova è anche poco giudicabile.

Al di là delle prime tre partite, in cui in campo c’era comunque un altro Como, schierato con il 4-4-2 e la coppia d’attacco Cutrone e Belotti, al Gallo poi è stata offerta una sola possibilità di giocare dall’inizio. Nella partita più brutta della stagione, da tutti i punti di vista, quella con l’Empoli, quando in attacco non è arrivato forse neppure un pallone.

Quella sera chiunque fosse stato lì davanti non avrebbe potuto segnare, onestamente.

Ora il Como è davvero a un bivio: o si cambia modulo, il che pare più difficile, o si dà nuovamente una chance a qualcun altro.

Sia chiaro, non è un processo a Cutrone. Ma 1.102 minuti ha giocato Cutrone, segnando 4 gol, 330 ne ha disputati Belotti, segnando un gol. Non una grande differenza, insomma. Se non si vuole riprovarli insieme, un tentativo di cambiare le cose quantomeno si può fare.

Simone mai titolare

Poi, c’è il capitolo Simone Verdi. Giocatore di indubbie qualità, usato solo per 95 minuti complessivi dall’inizio del campionato a oggi, distribuiti su sei partite. E mai impiegato da titolare.

Bene o male, pur non riuscendo ancora a fare nulla di decisivo - e sarebbe stato anche difficile visto il poco tempo a disposizione - ha spesso quantomeno provato la conclusione, cercando di dare verticalizzazione e qualità.

E stiamo comunque parlando di un giocatore che l’anno scorso, anche grazie al suo ruolo di rigorista, ha segnato otto gol, tra cui quello decisivo per la promozione. E che una quarantina di reti in serie A le ha comunque fatte, anche giocando per la salvezza. Con il Monza è entrato al posto di Fadera, perché non pensare ogni tanto anche a lui come supporto alla punta? Non è escluso che una riflessione in questo senso Fabregas la stia facendo. Anche perché a questo punto non ci si può permettere di lasciare risorse importanti inutilizzate, e nella lotta per la salvezza l’esperienza può davvero fare la differenza, più di qualsiasi altra qualità.

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