Como calcio / Erba
Giovedì 06 Febbraio 2025
Il Como non è più “Italia Italia”. Anche dieci stranieri in campo
Il mercato invernale ha visto ridimensionare la presenza dei giocatori tricolori
“Semm cumasch”, sì. Ma solo sugli spalti. Quelli stessi spalti da cui negli anni cinquanta il miglior Como, in quanto a risultati, della sua ultracentenaria storia veniva incitato dal suo pubblico al grido di “Italia, Italia”, quando nelle squadre avversarie cominciavano a giocare i campioni stranieri e al Sinigaglia giocava invece una squadra tutta italiana.
Il mondo è cambiato, il calcio ancora di più. E la presenza dei giocatori stranieri nelle squadre di serie A non fa più notizia. Nel giro di vent’anni, quindi più o meno dall’ultima apparizione del Como in A prima di questa, si è passati dal 12 per cento a oltre il 63 per cento. Un dato altissimo, ma il Como dopo questo mercato di gennaio è passato tra le squadre ben al di sopra della media.
Nell’ultimo mese sono stati ingaggiati dieci nuovi giocatori, tutti stranieri. Mentre tra chi ha lasciato il Como c’erano ben sei italiani: Belotti, Verdi, Sala, Cerri, Mazzitelli, Barba. Lo sbilanciamento dunque è evidente. All’inizio della stagione il Como, già ben imbottito di stranieri, era comunque una delle squadre con la maggior percentuale di italiani in rosa, il 47 per cento. Ora di fatto nella rosa dei titolari sono rimasti in cinque: Dossena, Goldaniga, Iovine, Cutrone e Gabrielloni.
E la prospettiva di vedere un Como in campo con undici stranieri su undici è tutt’altro che remota. Del resto già ci si è andati molto vicino prima che questo mercato si chiudesse: nella formazione titolare contro l’Atalanta l’unico italiano in campo era Dossena. E va detto che in questo senso la squadra di Fabregas è già nella parte alta della classifica delle squadre più esterofile: sinora solo a Milan, Bologna e Udinese è capitato di giocare almeno una volta con undici titolari stranieri. Ma fino a dieci oltre al Como sono arrivati solo Torino, Parma, Roma e Lazio. Addirittura il Torino ha schierato dieci stranieri di dieci nazionalità diverse, dunque undici lingue diverse in campo.
Nel Como ci sono giocatori di tredici nazionalità diverse, quattordici contando gli italiani. La più numerosa è la colonia spagnola, con Reina, Sergi Roberto, Moreno e i nuovi arrivi Valle e Azon. Poi ci sono i francesi: Butez, Da Cunha, Caqueret e Ikonè, nato in Francia ma di origini congolesi. Due tedeschi, Kempf ed Engelhardt, due argentini, Perrone e Paz che è comunque nato in Spagna, e due brasiliani, Strefezza e Jack. Dall’Austria arriva Braunoder, dal Belgio Van der Brempt, dalla Grecia Douvikas, dalla Croazia Smolcic, dal kosovo Vojvoda, e per chiudere il giro d’Europa c’è Dele Alli, nato in Inghilterra. In Africa sono nati Diao, nel Senegal poi naturalizzato spagnolo, e Fadera, nel Gambia.
Siamo dunque a un passo storico per la storia del Como, mai così internazionale, in tutti i sensi. Ci si abituerà presto, pian piano anzi ci si è già abituati. Vale però la pena di sottolineare un piccolo motivo di orgoglio: tra i pochi italiani rimasti ben due sono comaschi, Cutrone e Iovine. E non sono certamente molte le squadre in serie A che hanno in rosa giocatori della propria città, specie in una città così piccola. Questo a prescindere dall’invasione straniera.
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