Il gioco di squadra e la qualità dei singoli. Il Como è un incanto

I tanti nuovi arrivati già ben inseriti nel sistema. Dalla difesa all’attacco, tutti stanno mettendosi in luce I tanti nuovi arrivati già ben inseriti nel sistema Dalla difesa all’attacco, tutti stanno mettendosi in luce

Cinque punti dalla vetta, sei dall’ultimo posto. Numeri che valgono ancora un po’ poco, ma che già dicono cose importanti. Ma mai come stavolta più dei numeri, o comunque accanto ai numeri, conta quello che si vede in campo. E in questo senso di sicuro il Como è molto più vicino alla vetta di quello che la stessa classifica dica, per la qualità del suo gioco, per la personalità con cui sta affrontando questa serie A. Tanto da aver già quasi fatto dimenticare di essere una squadra neopromossa.

La bontà delle scelte

Como-Verona è stato uno spettacolo, soprattutto nella prima parte, almeno tanto quanto lo è stata una lunga fase della gara vinta a Bergamo. E un aspetto fondamentale di quanto si sta vedendo, che poi è ciò che fa la differenza tra una buona squadra e una grande squadra, sono le qualità individuali. Dalla difesa all’attacco, tutti stanno mettendosi in luce anche singolarmente. Favoriti dall’impianto e dal sistema di gioco del tecnico, e favorendosi così a vicenda: un esempio per tutti è Strefezza, che sta rendendo con una continuità che l’anno scorso non si era vista.

E dunque non si può non applaudire al lavoro fatto quest’estate sul mercato. Da standing ovation. Nove su undici dei giocatori in campo in queste ultime partite sono nuovi, molti arrivati a fine agosto. E adattatisi velocemente in maniera straordinaria, l’ultimo esempio è Van der Brempt. Il che sottolinea ulteriormente la bontà delle scelte: non solo dei talenti veri, ma anche giocatori di grande personalità e adattabilità.

Nico Paz è in questo momento la stella più brillante, Cutrone il leader più riconoscibile. Ma è davvero difficile scegliere chi cambiare. Eppure, per esempio, in panchina c’è uno come Belotti. E ci sono altri nomi di qualità. Tanto da poter ipotizzare che se qualcosa cambiasse, e dovrà succedere per forza, la situazione cambierebbe poco.

Quei due nei

Da migliorare ci sono ancora dei particolari, però. I gol subìti, in primis. E per un motivo soprattutto: troppe reti sono arrivate nelle fasi finali delle partite. I dati dicono che il Como sia la squadra più fragile, sinora, da questo punto di vista. Contro Bologna, Atalanta e Verona gli avversari sono sempre riusciti a segnare nel finale. E forse non è un caso, per quanto due volte su tre si sia trattato di reti ininfluenti sul risultato.

È questo il neo più evidente su cui lavorare, insieme alla necessità di capitalizzare un po’ di più nei momenti di assoluto dominio. In fondo anche con il Verona, pur giocando benissimo e producendo molto, è passata quasi mezza partita prima di riuscire a segnare. Se il Como riuscirà a crescere in questi due aspetti, e le sue qualità glielo consentono, allora davvero nulla sarà più precluso.

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