«Il Milan mi delude. Verrò al Sinigaglia a vedere il Como»

Diego Abatantuono: «Guardo tutte le partite della squadra di Fabregas. Merita davvero»

So’ Diego, ti spiego. E non potrebbe essere altrimenti. Perché Diego Abatantuono è il tifoso milanista per antonomasia, anche se nell’ultimo periodo la sua passione verso i colori rossoneri, ma forse per il mondo del calcio in generale, si è un po’ sbiadita.

Ma quando si tratta di parlare di pallone, con la sua inconfondibile vena ironica, non si tira mai indietro. In vista del match Como-Milan in programma domani sera alle 18, lo abbiamo incontrato…

Diego, come sta?

Oggi sono di buon umore. Sto lavorando a Cagliari per un film con Riccardo Milani, quindi direi che sono felice. In generale, mi piace essere ottimista, anche se ero più allegro quando avevo un po’ di anni in meno. Il carattere però è lo stesso. In fondo, durante la mia vita mi sono sempre divertito tanto, quindi non posso avere cambi radicali.

L’umore sportivo invece?

Ecco, per questo sono meno allegro. La mia vita da tifoso è come un grafico di un’azienda: dopo un grande picco ora si sta abbassando tutto. Doveva succedere. Pensare che i miei amici interisti sono stati per tanti anni in basso…

Non ci dica che non tifa più…

Penso al passato e spero nel futuro. Ma il presente non lo vivo bene, mi sono disinteressato.

Quindi niente calcio?

Ho avuto grande simpatia per l’Atalanta, che rappresenta strutturalmente quello che piace a me nel calcio: persone affezionate alla società, con allenatori a cui viene dato tempo per fare il loro lavoro.

E adesso?

Sono passato al Como. Mi piacciono squadra, allenatore e gestione. Ho viste quasi tutte le partite. Merita davvero. E poi è una città a cui sono affezionato: mia madre era comasca e da bambino andavo a trovare le zie e i parenti.

Domani allora “Forza Como”?

Non sono così radicale. Il cuore rossonero resta. Diciamo che il Como è la mia seconda squadra, ma se continuiamo questa telefonata magari diventerà la prima...

Che ricordi ha dell’infanzia nel nostro territorio?

Andavamo a Lomazzo a trovare la zia Ciglia e un’altra che faceva la suora. Si andava a fare il bagno in un fiumiciattolo tra Lomazzo e Como. Ricordo molto bene i tafani. Un posto strano, ma ci divertivamo molto.

Da quanto non va allo stadio?

L’ultima volta a San Siro con i miei figli, qualche anno fa. Finché c’era Pioli qualche volta sono andato, si vedeva una struttura... Ora non c’è più niente. Hanno smantellato tutto per mettere in piedi una cosa finta.

E al Sinigaglia le piacerebbe venire?

Assolutamente sì, appena avrò tempo verrò. Magari facendo anche una gita e un buon pranzo come i vecchi tempi…

Ha visto che in tribuna ci sono le star di Hollywood?

Certo. Non sono molto amico di Brad e George, ma dovessi incontrarli li saluterò.

Si sente ancora con qualche calciatore?

Ogni tanto. C’è il mio amico Ugo Conti che fa da tramite. Ma negli ultimi anni ho vissuto a Roma, Lucca e Bologna. Ora sono tornato a Milano, ma i contatti non è facile tenerli.

Di Maldini che dice?

Che si stava meglio quando c’era. Da giocatore, neanche a parlarne. Ma anche da dirigente sapeva cosa fare. Lo hanno cambiato, ma i cambiamenti vanno promossi quando garantiscono un’innovazione. Noi quel percorso lì non lo abbiamo fatto.

Le piace l’idea di un possibile ritorno di Allegri?

Non lo conosco, ma ricordo di quando non faceva mai entrare Inzaghi. Si scaldava e non entrava. Sul resto, come allenatore ha dimostrato di essere un grande. Mi auguro che arrivi qualcuno che garantisca un po’ di rigidità nelle scelte.

Insomma niente più Donato capo ultrà…

Donato oggi sarebbe a mangiare le rane in qualche posto fuori Milano… o,chissà, forse a fare una bella gita a Como con tutta la Fossa.

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