Il ritorno. Belotti, i fischi e quella visita a Superga

Calcio La punta del Como oggi nello stadio dove ha fatto grandi cose. Ma adesso la gente si sente tradita

C’è stato un momento in cui sembrava impossibile immaginare un Torino senza Andrea Belotti, e viceversa. Un’unione non scalfita neppure dai tanti milioni offerti a Cairo in diverse estati. Fino a quella del 2022, epilogo di lunghi mesi a temporeggiare, senza rinnovare il contratto e che ha portato all’addio inevitabile a parametro zero dopo 251 partite e 113 reti.

Belotti è stato un simbolo del Torino per sette lunghe stagioni, uno dei protagonisti assoluti delle ultime pagine di storia del glorioso club. Come spesso succede in questi casi, però, ci si ricorda solo di come ci si è lasciati, e non di quello che c’è stato prima. Ecco perchè i ritorni di Belotti all’Olimpico sono stati accomunati dall’amarezza, per come la storia è inspiegabilmente finita male. Inspiegabile appunto, perchè in questa vicenda nessuno ha mai parlato apertamente. Non l’ha fatto la società, che ha lasciato andar via un suo patrimonio apparentemente senza batter ciglio. Non l’ha fatto il giocatore, che salutò i tifosi con un lunghissimo post social raccogliendo più insulti che altro.

Quella di stasera sarà la terza volta da ex a Torino, quella che lui ha sempre indicato come la sua “città del cuore”. La prima volta, con la maglia della Roma, rimase in panchina per 90’ nella vittoria dei giallorossi sui granata. L’ambiente fu ostile e nei suoi confronti ci fu una feroce contestazione con tanto di striscione sarcastico esposto dalla Curva Maratona: “Non ti possiamo insultare perché non ti fanno giocare”. Capito l’andazzo generale, Belotti non cercò gesti distensivi, abbracciando soalmente Juric, lo staff e i suoi ex compagni. All’andata – fra l’altro – aveva sbagliato un calcio di rigore all’Olimpico, forse anche per la troppa rabbia. La seconda volta, a settembre dell’anno scorso, Mourinho lo gettò nella mischia nei minuti finali, giusto in tempo per beccarsi i copiosi fischi dello stadio. Copione identico a marzo, quando Belotti è tornato a Torino stavolta con la maglia della Fiorentina in 90’ timidissimi minuti. Ed è un vero peccato, considerando la quantità di affetto ricevuta sotto la Mole durante il suo periodo granata.

Un timido segnale di distensione, però, è arrivato un mese e mezzo fa. Durante la sosta di settembre per le Nazionali, Belotti e la famiglia hanno visitato Superga con l’ex attaccante che ha condotto tutta la famiglia a rendere omaggio al Grande Torino. Una sorta di rito di iniziazione per l’ultima arrivata, la piccola Benedetta. Per lui, essendo stato capitano, quella del 4 maggio non è mai stata una cerimonia come tutte le altre. Chissà che questo non possa aver cambiato l’accoglienza che riceverà stasera.

© RIPRODUZIONE RISERVATA