Iovine&Cutrone, la favola

Il giorno dopo il pareggio di Cagliari, il Como si sveglia con i due “figli del lago” tra i protagonisti assoluti. L’attaccante è il primo a segnare in A dopo 21 anni di assenza degli azzurri, l’esterno destro ha esordito da capitano

Le chiamano favole. Si usa definire così storie come queste. Che invece sono bellissime realtà, che non accadono per caso. Ma arrivano da strade costruite con scelte precise, con forza di volontà. E con un richiamo forte del cuore, del profumo di casa.

La favola ha una targa, quella di Como, oltre che del Como. Perché il primo gol del ritorno dei biancazzurri in serie A, dopo uno dei periodi di assenza più lunghi della sua storia (e cioè ventun anni), è firmato da un giocatore nato a Como, Patrick Cutrone.

Nei libri di storia

Nel giorno in cui il capitano, che gioca la sua prima partita in serie A, è un giocatore di Como, Alessio Iovine. C’è da scartabellare i libri di storia per cercare un precedente del genere, che probabilmente in serie A negli ultimi decenni non c’è.

A Como, ma molto difficilmente anche altrove. Tantomeno in tempi come questi, dove già trovare italiani protagonisti è un’impresa.

Più che una favola, il coronamento di un sogno. Di due sogni molto diversi tra di loro, quello di Patrick e quello di Alessio. Che in comune fino a pochi anni fa avevano solo il nome della città di nascita sulla carta di identità, con anche un po’ di anni di differenza: ventisei Cutrone, trentatre Iovine.

Cutrone nemmeno è passato dalle giovanili del Como, da Parè è finito direttamente al Milan, da bambino. Il suo target è stato subito altissimo, in serie A ha esordito a diciannove anni, a venti con 18 gol tra campionato e Coppe è stato il miglior marcatore della stagione dei rossoneri.

Iovine la serie A l’ha vissuta sul campo per la prima volta l’altro ieri, a trentatré anni. La sua è stata tutta un’altra strada. Il percorso nelle giovanili del Como tormentato dalle vicende societarie del fallimento, poi la serie D, l’Olginatese, e da lì una lenta e lunga salita, passando persino dalla C2.

Non c’è gradino che Alessio non abbia scalato prima di arrivare a quello che a lui – raccattapalle al Sinigaglia da bambino e giovane spettatore in curva Azzurra – già sembrava il paradiso, la maglia del Como in serie C nel 2019.

È facilmente immaginabile come possa, giustamente e meritatamente, sentirsi ora. In una dimensione che ha conquistato sorprendendo forse persino se’ stesso.

Una scelta ripagata

Il paradiso invece Cutrone lo ha in un certo senso ritrovato soltanto ieri: la sua scelta di venire a giocare nel Como è stata una decisione importante, dopo che per qualche anno non riusciva più a trovare la sua giusta dimensione.

Non ha mai vissuto come un passo indietro il fatto di giocare in serie B, questo lo abbiamo visto. Ma se ha scelto di farlo è stato certamente anche, se non soprattutto, perché si trattava di Como, del Como.

Si è fidato dei progetti di questa società, non si è mai tirato indietro, ha dimostrato amore e attaccamento alla maglia lasciandosi dietro le spalle un passato un po’ ingombrante da cui il Como gli ha consentito di sollevarsi.

Ma era esattamente qui che voleva arrivare. Tra i marcatori della serie A, che aveva lasciato nel 2022 dopo soli tre gol in tutta la stagione con l’Empoli.

Due storie comasche, di due ragazzi di Como. Sì, chiamiamole pure favole, una fiaba più unica che rara. Con quel qualcosa in più che soltanto il fatto di vestire la maglia di casa può dare, Alessio e Patrick ce l’hanno dimostrato.

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