Kone: «Il segreto del Como è il gruppo»

Intervista «Come nel mio Frosinone, è davvero la cosa fondamentale per superare ogni difficoltà»

Ventitré anni soltanto, ma una vita già molto piena di esperienze, dentro e fuori dal campo. Ben Kone - a proposito, si pronuncia senza accento finale … - non è tipo da tantissime parole, ma le idee le ha chiare. E il suo obiettivo è sempre stato uno, sin da quando era bambino, in Costa d’Avorio, «fare il calciatore».

Per i tifosi del Como è stato sin da subito uno dei giocatori da seguire con maggiore attenzione, uno che piace per la sua determinazione, per il suo modo di stare in campo. «Io mi diverto, questo ruolo in mezzo al campo mi piace. Non ho sempre giocato così, ho fatto anche la mezzala, ho giocato anche un po’ più avanzato, ma in fondo non ci trovo poi così tanta differenza, mi trovo bene».

Il suo inizio è stato già un po’ accidentato per via di una squalifica, ma non sono certo queste delle difficoltà per uno come lui. «A 14 anni, prima di venire in Italia, mi sono fatto male giocando una partita con gli amici, e ho rischiato di perdere una gamba. E quando capita una cosa così, che rischia di far svanire tutti i tuoi sogni, e la si supera, certamente è un’esperienza che fa crescere».

In Italia c’è poi arrivato poco dopo, e fin da subito ha vissuto da calciatore, «prima con una squadra dilettantistica a Roma, poi è arrivato il Torino», che lo ha ingaggiato quando aveva 17 anni. Il sogno è diventato presto realtà. «Del resto arrivo da una famiglia di sportivi, mio papà calciatore, mia mamma ad alti livelli nella pallamano. Entrambi portieri».

Lui invece la palla l’ha sempre avuta tra i piedi, superando ogni problema. Perché nella sua ancora breve carriera è arrivato un altro infortunio importante, la rottura di un legamento crociato nel 2019, poco dopo il suo esordio tra i professionisti in B con il Cosenza. «Altro ostacolo superato, ho sempre avuto la forza di rialzarmi nelle difficoltà».

Che a questo punto si spera siano tutte alle spalle. E l’anno scorso è arrivata la promozione in A con il Frosinone, tra l’altro segnando anche un gol al Como. «La grande qualità di quella squadra, che ci ha portato alla vittoria, è stata la forza del gruppo. Quello che vedo anche qui nel Como, e che è davvero la cosa fondamentale per superare ogni difficoltà».

Il successo sul campo, l’arrivo di sua figlia, che oggi ha un anno e mezzo, sono stati grandi traguardi, «essere padre aiuta molto a crescere, così come superare le difficoltà è importante anche per poter trasmettere ai più piccoli come affrontare la vita. Io ho già un buon bagaglio ma non ancora così pieno. Ho ancora tanto da imparare e soprattutto da dimostrare».

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