
(Foto di Cusa)
Alle 18 la sfida di San Siro, Fabregas promette una squadra con il solito atteggiamento
A Cesc Fabregas viene mostrata una foto della curva semideserta: dicembre 2017, Como-Olginatese. L’allenatore sta al gioco: «Aver riempito la nostra curva ci riempie d’orgoglio. Mi fa pensare a chi c’era all’inizio: Bellemo, Gabrielloni, Iovine, Ludi, e il presidente Suwarso. A Ludi, lo scorso anno a Palermo, dissi che avrebbe dovuto essere orgoglioso di aver portato 35 mila tifosi allo stadio: il Como era diventata una squadra importante. Ricordo anche Feralpi Salò-Como, con la curva ospiti piena».
Oggi alle 18, il Como tonerà a San Siro. Dopo l’Inter a dicembre, è l’ora del Milan. E sembra un sogno: «È incredibile il percorso che abbiamo fatto. Questa foto d’archivio fa capire bene quello che sta succedendo: i 5 mila a San Siro sono un’altra testimonianza».
Orgoglio, soddisfazione, progetto e famiglia. Parole chiave nelle dichiarazioni pubbliche del tecnico spagnolo, ripetute come un mantra. Ma c’è anche una partita importante da giocare, in uno stadio che può anche mettere paura: «Servirà coraggio, come abbiamo già fatto in altri stadi importanti: serve sempre personalità, altrimenti non si può mettere in pratica il nostro tipo di calcio».
E il Milan a San Siro sarà affrontato senza snaturarsi, cercando di migliorare il dato dei gol presi nel finale, contro una squadra che - al contrario - nel finale spesso si esalta: «È un particolare che si può allenare, ma in cui serve soprattutto esperienza. Chi entra deve essere pronto a leggere la partita. Il fatto che il Milan segni tanto nei finali di gara è normale, è una squadra di Champions. Noi invece siamo al primo anno di serie A e dobbiamo migliorare anche questo aspetto».
E, finalmente, la rosa sarà al completo, quindi anche con Sergi Roberto e Azon recuperati: «Sono tutti disponibili, tutti hanno lavorato insieme e sono coinvolti ed è la prima volta che succede quest’anno».
Più scelta per lui, maggiore concorrenza tra i giocatori. Che, chi più e chi meno, devono accettare questa condizione e cercare di farsi trovare pronti. Ma il tecnico non sembra intenzionato a cambiare. Possibile il ritorno di Kempf in difesa dopo la squalifica, Smolcic è ancora in vantaggio su Van der Brempt. Anche per l’attacco non si dovrebbe cambiare strada. Ci dovrebbe essere, nonostante una partita in ombra contro il Venezia, anche Diao («Al ramadan è abituato, è stata solo una partita negativa»).
Ma il nome più gettonato nel corso della settimana è stato quello di Cutrone. Fabregas spiega così le recenti esclusioni del capocannoniere del Como «In questo periodo è fuori solo per una scelta tecnico-tattica. Abbiamo fatto bene e male, con o senza di lui. Lui deve essere concentrato e pronto per lottare per la squadra della sua città. Con il Venezia mi sembrava una partita in cui fosse meglio attaccare la profondità e non ha giocato: Douvikas è veloce, un Nazionale a cui dovevo dare l’opportunità di giocare, anche entrando a gara in corso. Ma Patrick resta un giocatore importantissimo».
Fabregas si aspetta anche un Milan diverso da quello affrontato a Como due mesi fa: «Da allora sono cresciuti tanto. È più strutturato, più solido e con tanta qualità in più dopo il mercato. E Leao e Pulisic sono in forma: dovremo dare il massimo. Si andrà là con un piano gara che pensiamo sia giusto. Noi? Giocando con tre centrocampisti arriviamo in area con più giocatori, giocando a due siamo più portati a colpire in contropiede».
Sponda Milan, al tecnico Sergio Conceiçao è stato chiesto se è una motivazione in più provare a battere il Como, visto che Fabregas è stato accostato al Milan: «Se la motivazione partisse da lì, sarei malato. Sarà difficile, contro un bravo allenatore e una squadra di qualità».
© RIPRODUZIONE RISERVATA