Marchio di Fabregas: il Como dei titolarissimi

Il tecnico del Como sembra aver puntato su una formazione sempre più “tipo”

Che il Como abbia un marchio di... Fabregas, pare ormai evidente a tutti. Nel gioco, nell’approccio e nella mentalità. Adesso però lo dicono anche i numeri. E i nomi. I nomi delle formazioni e i numeri dei minuti delle sostituzioni. Il “marchio di Fabregas” pare avere un “logo” evidente nei nomi che il tecnico spagnolo sceglie all’inizio della partita. Sono quattro partite che c’è una squadra di “titolarissimi”. Sempre gli stessi undici in campo all’avvio del match. In quattro partite (Bologna, Atalanta, Verona e Napoli). Un’unica variazione, Iovine al posto di Van Der Brempt con il Bologna, per problemi a quest’ultimo (che comunque era in panchina). A un certo punto Fabregas ha deciso che quella era la squadra da mandare all’arrembaggio. Audero in porta; Van Der Bempt, Dossena, Kempf, Moreno in difesa; Fadera, Paz e Strefezza tra le linee, in un assetto tutto fantasia a supporto di Cutrone unica punta. Una scelta che arriva dopo aver deciso di riportare il 4-4-2 al 4-2-3-1 e dopo aver deciso di non voler fare a meno dei due uomini fantasia sulla trequarti, Fadera e Paz, che inizialmente potevano sembrare due alternative a partita in corso a Da Cunha e Belotti. Non è così normale, nel calcio moderno, che un allenatore scelga un undici titolare fisso. Italiano, tecnico del Bologna, è il recordman delle formazioni una diversa dall’altra a ogni partita, ma anche senza essere così estremi, spesso un miniturnover lo si fa, con le rose ampie. Fabregas invece, almeno in questa fase, ha dimostrato pragmatismo, scegliendo gli uomini che funzionano. Quando non funzioneranno più, cambierà (e vedremo questo sabato con Paz che torna dal Sudamerica giovedì).

La tranquillità che gli dà questa formazione è testimoniata anche dai numeri. Fabregas ha cominciato a cambiare sempre più tardi. Guardate i minuti delle sostituzioni: nelle prime partite cambiava prima, adesso lo fa molto dopo. Con la Juve 10’ e 12’ del secondo tempo, con il Cagliari 1’ e 12’ secondo tempo, con l’Udinese 1’ e tre volte al 17’ del secondo tempo. Poi ha cominciato a spostare in là il minuto delle prime sostituzioni; 21’ e 31’ secondo tempo con il Bologna, 16’, 30’ e 30’ del secondo tempo con l’Atalanta, addirittura 32’ e 37’ con il Verona, e con il Napoli, tolto Fadera al 22’ del secondo tempo, le altre sono state al 37’ della ripresa. Ovvio che poi, quando le cose vanno bene, stai vincendo e la squadra gira, hai meno bisogno di cambiare, ma è anche vero il contrario: e cioè che non cambi perché la squadra ti soddisfa e quell’11 hai deciso che è quello più efficace. All’inizio del campionato le formazioni erano state diverse: Reina; Moreno, Goldaniga, Barba, Sala; Strefezza, Braunoder, Baselli, Da Cunha; Belotti, Cutrone con la Juventus

Reina; Iovine, Dossena, Barba, Moreno; Strefezza, Braunöder, Mazzitelli, Da Cunha; Cutrone, Belotti con il Cagliari.

Reina; Iovine, Dossena, Kempf, Moreno; Strefezza, Mazzitelli, Perrone, Da Cunha; Belotti , Cutrone con l’Udinese. Ovvio che, poi, Fabregas cambierà, non appena gli avversari troveranno magari controindicazioni al calcio stretto del Como. E poi ci sono da mettere in conto gli infortuni e le squalifiche. Ma forse c’è anche il fatto che in questo momento le seconde linee non danno abbastanza garanzie a Fabregas per la realizzazione del suo gioco dispendioso. Tolti Da Cunha e Belotti forse gli altri sono destinati a entrare a partita in corsa. A gennaio si andrà a lavorare lì.

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