Miglioramenti Como, il primo clean sheet

Il successo contro la Roma, con porta inviolata, ha dato carica agli azzurri

La porta inviolata, finalmente. Era diventato quasi un incubo, un macigno sullo stomaco e nella testa. E un problema grande, naturalmente. L’insistenza con cui Cesc Fabregas al termine della partita con la Roma ha ripetuto «ho visto una squadra che non ha voluto prendere gol», superava quasi la gioia per la vittoria. Perché la vittoria passava, per forza, anche da lì.

C’è chi di gol ne aveva presi anche molti di più, come il Verona. Ma non sempre, non con questa regolarità che finalmente è stata interrotta. Certo, non è l’Inter la squadra ideale con cui rimettersi subito alla prova in questo senso – l’attacco più prolifico della serie A, reduce da una super goleada contro una squadra che al Como di gol ne ha segnati cinque... - ma l’aver raggiunto questo obiettivo dà sicuramente ora una forza diversa.

E ci si è arrivati attraverso un percorso lungo, passando anche dall’alternanza tra i due portieri con la scelta poi di affidarsi alla maggiore esperienza di Pepe Reina, che peraltro l’altro giorno non ha dovuto sporcarsi troppo le mani.

Senza gli esterni di sinistra

C’è stato un miglioramento generale, tra l’altro arrivando a non prendere gol con una coppia difensiva centrale sinora poco utilizzata, ovvero Goldaniga-Kempf e nel giorno in cui mancavano entrambi gli esterni di sinistra, Moreno e Sala. Ha aiutato la determinazione e hanno aiutato i nervi saldi con cui si è resistito alla pressione iniziale degli avversari, anche quando qualche pallone visibilmente scottava tra i piedi.

Ed è stato proprio questo, la capacità di evitare il gol - quante volte avevamo invece visto finire in rete il primo o magari addirittura l’unico tiro degli avversari... - a far sì che per la prima volta in questa stagione il Como abbia vinto con due gol di scarto. Per battere Verona e Atalanta era stato necessario segnare tre gol, ma perchè in entrambi i casi se ne sono subìti due.

Il gol, altro capitolo positivo se confrontato con il trend precedente: il Como ha segnato quattro reti in due partite. Una, è vero, è stata l’autorete del Venezia, comunque segno della capacità di mettere in difficoltà gli avversari. Basti dire che prima di Venezia per segnare quattro gol c’erano volute sette partite: in una settimana si è ottenuto quello che si era fatto in un mese e mezzo.

Tutto questo, è chiaro, non basta per pensare che i problemi siano interamente risolti. La risposta più attendibile potrà certamente darla la partita del 30 dicembre con il Lecce, ben più di quella con l’Inter, anche se non è detto. Perché in fondo proprio contro le altre due grandi forze del campionato il Como era riuscito a giocare benissimo.

Ma ora non è più questione di estetica, in palio c’è ben altro. E allora è molto più importante essere riusciti a riagguantare il Parma, a superare il Cagliari, a portarsi a un punto dal Genoa e proprio dalla Roma.

Un turno difficile

E in fondo il prossimo turno non è poi cosi semplice per nessuno: c’è lo scontro diretto Venezia-Cagliari, il Monza ospita la Juve, il Lecce la Lazio, a Genova gioca il Napoli, il Parma sarà in casa della Roma e a questo punto è un altro scontro diretto, il Verona ospita il Milan. Non saranno in molti a fare punteggio pieno nella zona bassa.

E si può andare a San Siro sicuri e sereni, il successo contro la Roma non è stato un exploit: dal tunnel si è usciti con una partita che vale molto di più, per esempio, del successo di Bergamo, nonostante l’avversario valga di meno.

Perché per arrivarci si è percorsa una strada molto più lunga e difficile, di quelle che portano a crescite autentiche.

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