Muscoli, testa e dieta. I segreti di Cutrone già al lavoro per la A

Calcio Parla il suo personal trainer Poli: «Una macchina da guerra, mai così concentrato»

C’è un segreto nella nuova “positività” di Patrick Cutrone. Nella serenità di un giocatore che spesso in passato si è fatto divorare dalle tensioni e dalle spigolosità, affrontando tutto come una guerra, e che invece da quando è a Como affronta le cose con equilibrio, pace interiore e allegria. Questo segreto si chiama Andrea Poli, ha 36 anni, ed è il titolare della Polifitness di Como, zona tangenziale. Un centro specializzato in personal training, nel quale Patrick è atterrato nel 2022.

Incontro

Giocava ancora a Empoli, Patrick, era devastato dalla scomparsa del padre, aveva bisogno di una attività parallela a quella fatta con la squadra, per sviluppare forza, muscolare e mentale. L’incontro con Andrea per certi versi casuale (grazie a un amico comune), poi, dopo pochi mesi di lavoro insieme, la telefonata di Patrick: «Indovina dove vado a giocare? A Como...». E da lì è nato un rapporto simbiotico.

«Patrick qui lavora su tre piani differenti: muscolare, con un lavoro specifico sulla forza e sulla energia, fondamentale a livello posturale; dietistico, perché abbiamo messo a punto un programma preciso che lui segue alla lettera; e mentale, che è una somma dei due fattori precedenti, più qualcosina in più». Patrick conferma: «Mi fa molto bene, mi è cambiato il mondo. Andrea è fondamentale per me».

Così ecco la decisione: per via anche della figlia Bianca che ha solo due mesi e mezzo ed è poco compatibile con viaggi di piacere impegnativi, ha deciso di non fare le vacanze in giro, ma passarle a Como e nel contempo lavorare già per la serie A. «Una settimana dopo la promozione ci siamo sentiti: adesso dobbiamo cominciare a fare attività».

Detto fatto: due-tre giorni la settimana. Sedute che Patrick affronta anche a stagione in corso, un surplus di lavoro per essere al massimo. Il tutto concordato con un filo diretto con lo staff azzurro, ovviamente.

Andrea aveva conosciuto il calcio seguendo come personal trainer El Loco Ferrari, protagonista della promozione in B di Gattuso. Ma con Patrick è nata una amicizia. «Il momento più difficile è stato quello dell’infortunio contro l’Ascoli, perché era il momento in cui Patrick stava bene, benissimo. Gli è crollato il mondo addosso, e sono stati momenti delicati a livello mentale. Ma la cosa più curiosa è successa con il Venezia: quando è rientrato e ha segnato quel gol poi decisivo per l’esito del campionato, proprio con la gamba dell’infortunio, abbiamo avuto un sobbalzo, quasi da mettersi le mani nei capelli. Abbiamo avuto paura che si facesse male di nuovo. Invece tutto ok. Poi ha avuto, sì, un dolorino, ma tutto è rientrato in fretta».

Sfida

Patrick lavora anche d’estate perché sente di essere arrivato a un appuntamento decisivo della sua carriera. Ha ricevuto colpi bassi dal calcio e dalla vita. Le esperienze non felici all’estero, l’inspiegabile accantonamento alla Fiorentina per questioni contrattuali (era in prestito), il dramma della scomparsa del padre che gli ha rovinato l’esperienza in A con l’Empoli.

La scelta di scendere in B. Ma adesso che si è ripreso la serie A, vuole scrivere un storia definitiva e riprendersi tutto quello che ha perso. «E con la maglia del Como, assolutamente. Questa è una storia che solo io so quanto vale e quanto mi emoziona. Questa è la mia maglia, la mia città. Voglio godermi tutto con questi colori». E con l’amico Alex al suo fianco.

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