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Mercoledì 02 Aprile 2025
«Posso dirlo? A Como me la godo»
Iovine: «Avere tanti compagni che arrivano da esperienze e da culture diverse è veramente bello, anche umanamente»
Giocare in questo Como, vivere in questo Como, è un’esperienza umana straordinaria anche per chi gioca poco ed è meno protagonista direttamente sul campo. Lo si è capito bene dalle parole di Alessio Iovine, intervenuto insieme a Mauro Vigorito l’altra sera all’inaugurazione del Como Club Bregnano.
Tra l’altro, proprio nel suo paese, il massimo della confort zone. Come il massimo è la situazione che Iovine sta vivendo, e di cui è totalmente e assolutamente grato al Como e a Fabregas.
«Fino a due o tre anni fa non avrei veramente mai pensato di poter vivere una situazione del genere. Me la godo, ce la godiamo un po’ tutti. Perché tra l’altro allenarsi con Fabregas è veramente bello, giochiamo tanto, lavoriamo molto ma ci divertiamo tanto. Piace a tutti allenarsi così, non credo esista un giocatore che abbia dubbi su cosa scegliere tra un’ora di corsa o una di partitella, siamo fortunati».
«Grande arricchimento»
Di questa fortuna Iovine parla riferendola a tutto. Anche per esempio alla possibilità, ovviamente nuova per lui, di avere a che fare con tanti compagni stranieri.
«Innanzitutto mi piace sottolineare il fatto che il Como scelga i giocatori oltre che per le loro qualità anche per il tipo di persone che sono. Disponibili al lavoro, collaborativi, nessuna “testa calda”, tutti uniti per lo stesso obiettivo. Avere tanti compagni che arrivano da esperienze diverse e da culture diverse è veramente bello, anche umanamente. Perché ci permette di scambiarci idee ed esperienze, di imparare tanto nel confrontarci, anche con idee religiose diverse. È un grande arricchimento dal punto di vista umano. Ed è bello vedere giocatori importanti, come Sergi Roberto, che ci fanno domande per potersi integrare meglio nel nostro modo di vivere, di mangiare».
E ora forse toccherà a lui, e a pochi altri, spiegare che la partita di sabato con il Monza per i tifosi comaschi vale qualcosa in più. «Sicuramente, ma noi sentiamo tutte le partite. Con la ripresa degli allenamenti di questa settimana vedremo che aria tira, di certo giocheremo per vincere. Poi, sinceramente, questo è un derby più per loro che per noi, i nostri derby veri sono altri...» e ride.
Tornando sul personale, Iovine confessa poi che «a me piace di più giocare in trasferta, è un po’ come il discorso di prima sugli stranieri. Mi piace vivere atmosfere diverse, vedere altri stadi, conoscere nuove situazioni. E prendersi anche dei fischi, perché no, significa che ci temono».
«Ci aspettano anni belli»
Di questo Como, sul piano dei risultati e dei progetti, a chi tra i tifosi gli chiede dove si potrà arrivare risponde che «la società sta camminando velocissima, più di quello che potevamo pensare e sperare. Scudetto? Europa? Per ora non esageriamo, abbiamo ancora otto partite da affrontare per chiudere bene la stagione e dobbiamo pensare a quello. Di sicuro qui si crescerà, sappiamo che ci aspettano anni belli».
Inevitabile domandare a lui, che resta uno dei giocatori più amati dai tifosi proprio per la sua storia personale e il suo legame con il Como, cosa potrà essere del suo futuro.
«Ho un altro anno di contratto, vedremo. Sono arrivati tanti giovani “bravini” - altra risata, ndr - e io ho 34 anni... Restare nel Como con qualche altro ruolo? Mi piacerebbe tanto, certo. Del resto è la mia vita, io non saprei fare altro che calcio...».
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