Quanto vale il Como? Sprechi, bel gioco e classifica

Analisi Fermandoci alla questione classifica, diciamo che al Como mancano indiscutibilmente almeno sei punti

Maledetto il lunedì che precede la sosta. Non c’è sensazione più fastidiosa della domenica di pausa, delle due settimane senza campionato, dei quindici giorni a rimuginare su quello che è stato, quello che poteva essere e quello che sarà. Vabbeh, visto che tempo ne abbiamo, ci si può divertire a porci la fatidica domanda: quanto vale il Como? Quanto vale questa splendida squadra che è però ancora ancorata alle parti basse della classifica? Come supporto, forniamo le classifiche comparate: quella reale e quella se il Como avesse sfruttato tutte le occasioni, anzi, non le avesse proprio buttate via, nella spazzatura.

Ma prima di analizzare tutto ciò, vi diciamo che il popolo, pur essendo ancora ammaliato da questa squadra, dal suo gioco, si divide in due maxi categorie. 1. Chi pensa che la squadra meriterebbe molto di più in classifica, per il gioco espresso, e che, giocando così, non avrà nessun problema a salvarsi, anzi potrebbe ambire alla parte sinistra della classifica; 2. e chi pensa che nel calcio la prima cosa siano i punti, che non ci si possa basare sulla prestazione, perché può succedere che le cose non ti riescano più, e che i punti è meglio farli il prima possibile perché poi non si sa mai.

Detto questo, e fermandoci alla questione classifica, diciamo che al Como mancano indiscutibilmente almeno sei punti. Quello di Udine, con il rigore sbagliato al 94’ da Cutrone; i due lasciati sul terreno con il Bologna, raggiunto da 2-0 a 2-2 nel finale dopo aver dominato in lungo e in largo; quello di Torino, con il Toro, una partita persa per colpa (per modo di dire, perdonaci Matthias) di una distrazione di Braunoder, se no quella gara sarebbe inequivocabilmente finita in pareggio; e i due di Genova, perché il Como è stato raggiunto al 93’ dopo aver dominato in lungo e in largo, e i tre punti non erano solo una questione numerica, ma di merito, proprio. Con quei sei punti in più, il Como sarebbe, appunto, nella parte sinistra della classifica, in odore di qualificazione europea.

Se però non vogliamo inerpicarci su questo terreno, perché poi sono i fatti che determinano, e le distrazioni e gli errori sono comunque una pecca, possiamo parlare del gioco. Il Como è indiscutibilmente una squadra che diverte, gioca bene.

I complimenti di Gilardino, forse esagerati nei toni, confermano questa tesi. I tifosi hanno gli occhi a cuoricino. Il secondo tempo di Cagliari, il primo con il Bologna, il secondo di Bergamo, tutta la patita con il Verona, il primo di Napoli e tutta la gara di Genova hanno mostrato un Como spettacolare. Ma sprecone.

Ed è qui che Fabregas dovrà lavorare. Sprecone in difesa, dove sono stati presi troppi gol, ma è un conto da pagare per l’atteggiamento tattico spregiudicato; e sprecone in zona d’attacco. Ci sono parecchi difetti, tra cui la tendenza a voler concludere da due passi, di arrivare con la palla in porta, eccetera.

Su questo il tecnico lavorerà, e lo ha già detto nelle interviste di dopo Genoa-Como. Ma certo sin qui è stato un calcio non certo da neopromossa, un calcio che i tifosi del Como non vedono l’ora di rivedere. Maledetta sosta...

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