Rinascita Cutrone. Il Como non può più fare a meno di lui

Delle tre reti messe a segno dalla squadra, due (e mezzo) recano la firma del bomber ritrovato

«Voglio rinascere tra la mia gente», sosteneva Patrick Cutrone dopo la partita con il Bologna. E per lui rinascere significa tornare protagonista in serie A, dove la sua storia era cominciata forse troppo presto, forse troppo in fretta. Perché ritrovarsi capocannoniere del Milan a solo vent’anni non è cosa che capita a tutti. E non è nemmeno un onere facile poi da portarsi sulle spalle.

Patrick non è vecchio nemmeno oggi, che di anni ne ha 26. Ma adesso le sue spalle sono più larghe, e soprattutto adesso nessuno lo guarda più come un fenomeno, ma “semplicemente” come un attaccante forte. Quattro giornate sono un nulla rispetto a tutto il campionato, ma tra i bomber di serie A il suo nome c’è. E non c’è alcun dubbio sul fatto che continuerà a esserci. Al di là di tutti gli aspetti poetici della sua rinascita con la maglia di casa, il rilancio di Cutrone passa attraverso una scelta intelligente fatta due anni fa. Quella di scendere di categoria.

Le due cose, certo, sono collegate, perché forse non avrebbe percorso la stessa strada se non gli fosse arrivata la proposta del Como. Però avrebbe potuto non essere facile da digerire se Patrick non avesse fatto piazza pulita del suo passato e non si fosse buttato anima e corpo nella sua nuova esperienza. Senza ancora la certezza che in serie A ci sarebbe ritornato presto.

Non era più ritenuto un top

Nove gol il primo anno, quattordici il secondo. Sono quelli poi, i gol, la vera soluzione a tutti i mali. Quelli che non trovava più, se non uno ogni tanto, nel suo girovagare tra Wolverhampton, Fiorentina, Valencia ed Empoli. Nove, solo nove reti, in tre anni tra Premier League e serie A.

Questione di moduli, di forma fisica e mentale, di partner d’attacco diversi... no, molto probabilmente c’era qualcosa in lui che non andava. Non si è mai sentito a casa, non ha mai trovato stabilità. Emotiva, prima ancora che sul campo. E la fiducia in sé stesso diminuiva. Diciotto milioni di euro, questo riportano le cronache, lo pagò il Wolverhampton al Milan. Due milioni si legge che il Como abbia versato al club inglese per portarselo a casa. Vere o meno che siano queste cifre, sono comunque uno specchio verosimile di quanto Patrick non venisse più considerato un giocatore top, nonostante la sua età: quando arrivò qui aveva 24 anni.

Fino al 2028

Oggi è già tornato a essere un patrimonio importantissimo per il Como, tecnico, umano e anche economico se vogliamo. Perché ha prolungato il suo contratto fino al 2028, e continuando di questo passo a trent’anni potrà essere ancora un giocatore molto appetibile.

Intanto si sta riappropriando del suo sogno e della sua dimensione, quella di un attaccante di valore in serie A. E tutti stanno ricominciando ad accorgersi di lui, a tutti i livelli. Finora c’è solo il suo nome tra i marcatori del Como: due reti che avrebbero già potuto essere tre senza quell’errore di Udine - già perdonato, sia chiaro -, e c’è in qualche modo anche la sua firma sull’altro gol del Como, il primo contro il Bologna. Il Como ha bisogno di lui tanto quanto lui ha avuto bisogno del Como per rinascere.

Un attaccante italiano in mezzo a tanti stranieri è anche un bene per la serie A. E chissà, c’è ancora una cosa di cui riappropriarsi, la maglia della Nazionale che ha indossato una volta sola. Ma la rinascita di Patrick è appena cominciata...

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