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Como calcio / Como città
Venerdì 21 Febbraio 2025
«Sì, io ho visto Maradona». La partita di Fusi, ex di Como e Napoli
Oggi allena la Bellagina, capolista in Prima categoria
Adesso allena la Bellagina. Secondo anno. E con profitto: prima in classifica in Prima categoria Girone C. Tutto questo per dire che Luca Fusi, celebre doppio ex, Como-Napoli non potrà vederla. Quando, alle 12.30 scenderanno in campo le squadre al Sinigaglia, lui sarà già in clima partita della sua squadra, che affronterà alle 14.30 il Galbiate. Ma la testa sarà (anche) lì. «Magari riuscirò a sbirciare in qualche dispositivo, almeno il primo tempo. Ma non devo distrarmi. Devo pensare ai miei ragazzi».
Primi in classifica: «Beh, aspettiamo. Siamo un po’ in calo, dietro si sono avvicinate». Como-Napoli: cuore diviso a metà: giusto? «Certo. A Como sono nato calcisticamente, questa piazza mi ha lanciato, qui ho giocato le prime partite in serie A. Abito a Como, questa è casa mia. Napoli mi ha fatto vivere le cose più importanti a livello di carriera, ho giocato al fianco dei giocatori più importanti del mondo, a cominciare da Maradona. Indimenticabile». Però se dovessimo dire... «Beh, certo, mi sento più attaccato al Como, che discorsi. Anche merito di mio figlio, che è diventato tifosissimo e con cui parliamo spesso delle partite». Vede il Como? «Sì, spesso. Non vado allo stadio perché preparo le mie partite, ma le vedo tutte in tv». Che idea si è fatto? Di una squadra che ha le idee chiare che ha coraggio e che ha dietro una società che ha saputo costruire un ambiente molto positivo».
Cosa ricorda dei suoi Como-Napoli? «Il primo era il 1984-85, avevo l’11 sulla schiena. Finì 1-1, con rigore di Maradona per mano di Tempestilli e gol di Todesco. Incontrammo il Napoli nel nostro momento migliore, Matteoli era in grande forma e addirittura le tv e i giornali montarono il duello tra Teo e Maradona, che spese bel parole per lui. L’anno successivo finì ancora 1-1, con il rigore di Maradona un po’ dubbio, e io avevo il 4 sulla maglia. Ma non marcavo Dieguito, perché faceva più la punta e se ne occupò Tempestilli. Infine un Como-Napoli nei partenopei, nel 1988 89». Come giocavano quelle squadre, dovessimo riassumerle al modo di oggi? «Credo tutte e due 3-4-1-2, con Matteoli da una parte e Maradona dall’altra a fare l’uomo dietro le punte. Con Diego però era più 4-3-3». Che effetto le fa vedere il Napoli vincere lo scdetto? «Vedo la stessa passione che c’era ai miei tempi. Una intera città tifosa».
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