Como calcio / Cantù - Mariano
Venerdì 03 Gennaio 2025
Sinigaglia, l’anno prossimo sarà senza barriere
La società ha allo studio una soluzione che non prevede più separazioni tra i settori
C’era un clima particolare, lunedì scorso al Sinigaglia. Chi c’era, lo ha avvertito. Questione di vibrazioni. Con due momenti clou. Il coro spontaneo per Nico Paz, prima, e Patrick Cutrone, poi, lanciato dalla tribuna (pensa te...). E la sciarpata, mai così coinvolgente e partecipata, partita dalla curva e seguita (che novità) anche da molta gente nei distinti e in tribuna. A naso, un evento già pronto a diventare cult: ci sono sempre le prime volte a cambiare i trend e le usanze, e vedrete che nelle prossime partite la cosa si ripeterà. Quanto ai cori, si sa che la curva da anni ha cancellato quelli per i giocatori, ma la gente ha voglia di manifestare affetto ai ragazzi.
Vedremo se anche nel settore nevralgico del tifo cambierà qualcosa, magari per quelli che, per fedeltà, se lo meritano di più (tipo Cutrone e Gabrielloni). Comunque la trasferta di San Siro e la partita di lunedì scorso hanno dimostrato che il salto di qualità, oltre che nella squadra, c’è stato anche nel tifo azzurro. C’è voglia di stare accanto alla squadra, di festeggiare, di far festa, ed è un sentimento che si respira, netto e chiaro, anche nelle vie di accesso allo stadio, nei bar vicini al Sinigaglia, o nella zona dell’Hangar prima della partita. I termini happening o kermesse non ci piacciono granché, ma in questo caso servono a far capire di cosa parliamo: sentimento, partecipazione, rito collettivo, unità di intenti, usanza, tradizione, marchio di fabbrica. E’ circolato, proprio per stare in tema, un video di una ripresa dello stadio da Viale Geno, durante la partita con i Lecce. Si vede il lago nel buio, lo stadio illuminato sullo sfondo, e si sentono i cori dei tifosi. La notizia sta nei commenti sotto, postati da chi ha visto il video, con toni di meraviglia e considerazione (molti da fuori), che poco tempo fa non sarebbero mai stati scritti. In questo senso, c’è ormai un marchio di fabbrica: il Como, il suo stadio bomboniera vecchio stampo in riva al lago e i suo tifosi.
E già che ci siamo, diamo anche una notizia: la società sta studiando gli impianti in Italia che hanno abbattuto le barriere tra spalti e campo (molti esempi ormai, da Bergamo a Firenze, da San Siro a Parma, dallo Stadium all’Olimpico), per capire la procedura da seguire per arrivare a questa novità. Le prime barriere da rimuovere sono quelle sotto i distinti e la tribuna, che impallano la visuale di chi si è trovato (con biglietto numerato) a sedersi dietro la vetrata. Specie nei distinti, in alcune giornate di sole, è davvero una visuale scomoda. Meno invasiva la barriera in curva, perché la gente si mette dove vuole ed è più alta rispetto all’inferriata. Che poi viene usata dal rito di fine partita, per creare la barriera umana “a guardia di una fede”. L’iter per abbatterle in curva potrebbe essere più complicato, ma per quelle di distinti e tribuna ci sono spiragli per toglierle già dal prossimo campionato.
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