Stranieri: da “Italia-Italia” a un italiano in formazione

Curiosità contro Napoli e Roma il Como è arrivato al record opposto, un solo italiano su undici, Goldaniga, in campo tra i titolari

Il primo fu uno svizzero, tale Zobrist, di cui si hanno già notizie nel 1909, uno che segnava abbastanza spesso. Fu il primo straniero del Como, che compare anche nelle primissime foto della squadra. Da lì in poi, fino agli anni 80, dall’estero, vicina Svizzera compresa, di stranieri a Como ne sono arrivati davvero pochi altri. Anzi, il Como passò più alla storia, negli anni 50 della sua gloriosa militanza in serie A, per il grido dei suoi tifosi, “Italia, Italia”, a incitare una squadra di soli calciatori nostrani che giocava alla pari con avversari che proponevano i primi grandi nomi stranieri.

Ebbene, nelle ultime partite sta succedendo esattamente il contrario: contro Napoli e Roma il Como è arrivato al record opposto, un solo italiano su undici, Goldaniga, in campo tra i titolari. Non stupiamoci, non è ormai una situazione così rara in serie A, fa davvero poca notizia. Le statistiche del resto parlano chiaro: il 67,2 del totale dei giocatori impiegati sinora in campionato dalle venti squadre sono stranieri, solo il 32,8 italiani. E il Como è leggermente al di sopra di questa media, con il 69,2 per cento di presenze straniere sul totale dei giocatori impiegati, ma molto al di sotto di qualcun altro, in testa c’è l’Udinese che ha totalizzato ben il 92,7 per cento di presenze non italiane. Basti dire che la percentuale italiana prevale su quella straniera soltanto in tre squadre su venti, ovvero Cagliari, Monza e Fiorentina. Niente di strano, dunque. Già ci si sta abituando anche a Como, pur essendo qualcosa di storico per la storia biancoblù. Dove restano impressi ancora i ricordi di un giocatore come l’austriaco Dieter Mirnegg, che di memorabile aveva solo il fatto di essere il primo straniero dopo trent’anni, nella stagione 1981-82: giocò solo una decina di partite, e aprì la strada a una serie decisamente più importante, Corneliusson, Muller, Dirceu... e tutti i tifosi conoscevano bene anche gli stranieri delle altre squadre, perché erano pochi. Che fossero eccezionali campioni, e la lista è lunga, oppure giocatori mediocri, se non bidoni pazzeschi, da Maradona e Platini a Barbadillo e Luis Silvio, gente che oggi nessuno ricorderebbe mai.

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