Terrazzani, il nuovo Ceo del Como: «Progetto unico»

Intervista «Questo è un progetto davvero particolare. Per esempio l’unione con il territorio, la voglia di considerare un brand unico città e squadra»

La carriera più veloce del mondo. Francesco Terrazzani era arrivato a Como un paio di mesi come CFO di SENT Italia con supervisione su tutte le operazioni nel nostro paese. Dopo aver lavorato dieci anni nella Lega B, di cui cinque a capo dell’area gestione e finanza. Poche settimane dopo il Board del Como lo ha convocato: «Sarai il nuovo Amministratore Delegato». Alla faccia. Ma chi è Francesco Terrazzani? Chi è l’uomo cui la società ha dato le chiavi operative del progetto? Tutto veloce, tutto a duecento all’ora: pensate che la sua ufficializzazione non arrivata da un comunicato stampa ma dallo speaker prima di Como Feralpi Salò: «In campo c’è l’amministratore delegato Francesco Terrazzani». Più veloce degli annunci. E allora eccoci qui, a fare due chiacchiere con un uomo gioviale, sorridente, che sembra un ragazzino, ma che ha invece già molta esperienza.

Ceo così giovane. Che effetto fa?

Giovane, perché tutti mi dicono che dimostro meno di trent’anni. Ma in realtà ne ho 36, dunque non giovanissimo.

Non giovanissimo, ma velocissimo: dopo poche settimane era già Amministratore Delegato.

Già, non era nei piani. Ma ma è stata una bella sorpresa. Una cosa di cui vado orgoglioso e di cui ringrazio la società, per la fiducia.

Anche preoccupato?

Preoccupato? Nono, al contrario sono molto carico, concentrato e determinato per fare il massimo. Sento la responsabilità, ma aver vissuto quell’esperienza di Lega B, quella promozione inaspettata, mi aiuta a gestire le emozioni.

Le è un Ceo... finanziario e non calcistico. Diciamo bene?

Sì, sono un uomo di finanza. Ora, oltre che su obiettivi sportivi, lavoreremo anche per raggiungere obiettivi economico-finanziari.

No perché, sa, noi siamo stati in passato abituati a Ceo trasversali, anche molto calcistici come Foresti, o addirittura assolutamente calcistici come Wise.

Capisco. Io sono assolutamente un uomo di finanza e gestione. Ma la struttura è molto variegata e ci sono competenze di ogni tipo. Come sapete, gli uomini di calcio non mancano.

Uomo di finanza, ma che ha sempre operato nel calcio.

Uomo di finanza, ma che ha sempre operato nel calcio.Mi sono laureato in economia e finanza a Ca’ Foscari a Venezia, poi ho fatto il Master in Strategie per il Business dello Sport a Treviso, la mia città. Poi sono andato al lavorare in Lega B. Dopo cinque anni mi hanno promosso a capo dell’area controllo di gestione e finanza, ruolo che ho occupato per cinque anni. Infine, la chiamata del Como.

Appunto: che ci fa a Como?

Credo che abbiano segnalato il mio nome in società, ho fatto diversi step di colloqui. Infine eccomi qui.

Com’è passare dalla Lega a un club?

Avevo avuto anche altre opportunità per lavorare in società. Ma il progetto del Como mi ha convinto e mi ha spinto a fare il passo. Per il Como ho fatto un passo non scontato. Prima mi interfacciavo con almeno 20 società e avevo trovato da tempo la mia comfort zone, ora mi sono rimesso in gioco e deve rendere conto ad una “sola” società.

Cosa l’ha convinta del Como?

Innanzitutto che si trattava di un progetto al suo inizio, che ci permetterà di crescere insieme, a braccetto. E tutto ciò è entusiasmante. Poi perché è un progetto unico nel suo genere. E io di società ne ho viste e conosciute parecchie, almeno cento, nella mia esperienza in Lega.

Qualcuno dice: è come il Monza, per la volontà diretta di andare in A; altri: è come il Venezia, per il suo legame con l’immagine della città.

Mah, faccio fatica a fare paragoni. Ci sono magari dei punti di contatto, ma questo è un progetto davvero particolare. Per esempio l’unione con il territorio, la voglia di considerare un brand unico città e squadra, la voglia di fare tutto a braccetto con la comunità... Questo è speciale.

Lei è appassionato di calcio?

E come no? Ho sempre sperato o inseguito il fatto di poter lavorare nel calcio.

Ha giocato?

Sì, nelle giovanili del Treviso e del Casier Dosson, una città in provincia Laterale di difesa. Avevo un buon piede, infatti ero meglio a calcetto. In sintesi è meglio che io abbia puntato sugli studi (ride, ndr).

Tifoso del...?

Oggi del Como, ovvio. E lo dico non per piaggeria, ma per indicare come la mia dedizione alla causa sia assoluta. In passato sono stato tifoso di... Roberto Baggio. Il mio eroe. Dunque all’asilo ero juventino, ma poi milanista.

Lei è il nuovo Ceo. Dunque sostituisce Wise. Che cosa farà il manager inglese?

E’ stato promosso nel board, il consiglio di amministrazione. Una risorsa cui la società non rinuncia.

Se le chiediamo del Como, inteso come squadra?

Di calcio è giusto che parliate con le persone preposte a questo ramo di attività. Io posso parlare del progetto.

E dunque?

La volontà è di andare in serie A. Quando saremo pronti strutturalmente, perché non sia una avventura fine a se stessa.

Allora non quest’anno?

E perché no? Noi stiamo lavorando perché, nel caso, la società sia pronta.

Anche senza stadio?

Lo stadio è un tema centrale e lo sappiamo. Sappiamo che c’è già una strada che porta al progetto su cui si sta ragionando, in accordo con il Comune. Diciamo che io non credo alla equazione “senza stadio non si va in A”. Le soluzioni si trovano, dunque i discorsi sono separati. La serie A è un motore economico per tutta la comunità, farebbe bene a tutti, commercio e giornali compresi. Tutti farebbero squadra.

Cosa l’ha colpita di Como?

Primo che è una realtà simile alla mia Treviso. È un elemento per cui ho accettato questa nuova avventura. Mi trovo bene. Poi mi ha colpito, la prima partita che ho visto, il numero di persone che arrivavano allo stadio con la maglia azzurra. Un concetto molto britannico, in Italia non è così diffuso. Ed è stata una bella sensazione.

I mille posti in più allo stadio?

Penso sia questione di (poco) tempo. Arriveranno a breve.

Ci faccia una fotografia del Como visto dalla Lega B.

Oggi c’è una percezione molto positiva del Como. Di solito i fattori che fanno una società virtuosa sono: solidità finanziaria, puntualità nei pagamenti, assenza di proteste e contestazioni, basso profilo nelle dichiarazioni, assenza di polemiche... Il Como risponde a tutto ciò. Un panorama molto diverso rispetto a quello che si diceva del Como solo qualche anno prima.

Abita già a Como?

Abito a Milano a ho trovato ora un appartamento a Como. Serve vivere la realtà cittadina. Non vedo l’ora.

Lei non è arrivato olo dalla Lega B.

È arrivato anche Davide Casparrini. Lavora nel settore Finance.

© RIPRODUZIONE RISERVATA