Calcio / Como città
Sabato 30 Novembre 2024
«Mi piacciono i derby, serve una forza extra»
Fabregas, allenatore del Como, sulla sfida di oggi al Sinigaglia
Alla fine della conferenza stampa, Cesc Fabregas riceve un regalo da un ammiratore pugliese. Glielo consegna Mario Camagni di Esport: una miniatura di lui giocatore dell’Arsenal: «Grazie, che bello. Ero giovane...». Fino a lì aveva parlato della sfida con il Monza e di quella precedente con la Fiorentina.
Mister, la prima domanda è scontata: come stanno gli infortunati?
Ci sono buone notizie. Kempf è guarito ed è a disposizione e anche Strefezza l’ho visto bene. Gabrielloni si è unito al gruppo, potrebbe fare 15’. Van Der Brempt forse ha bisogno ancora di una settimana, come Mazzitelli. Sergi invece lo vedremo probabilmente contro la Roma.
Suwarso ci ha mostrato i dati che spingono all’ottimismo. È d’accordo?
Oggi il calcio vive molto sui dati. I grandi club ci fanno molto affidamento. Fadera, ad esempio, è arrivato con i dati. Io sono più vecchio stampo, da giocatore non li ho utilizzati tanto. Comunque, dati o no, credo che la squadra stia crescendo. Non ho dubbi che con la squadra titolare possiamo fare molto bene, ma stiamo crescendo anche come gruppo.
Con la Fiorentina cosa l’ha soddisfatta e cosa no?
Nel primo tempo abbiamo giocato un po’ diversi, lasciando un po’ di spazio a Ranieri. Diciamo che dopo il primo gol loro, abbiamo ripreso in mano la partita e nella prima metà del secondo tempo abbiamo fatto bene, li abbiamo messi lì, ma siamo stati puniti dal secondo gol.
Adesso arriva una partita diversa: domani (oggi, ndr) bisogna attaccare contro una squadra di pari livello.
Intanto non aspettatevi un Monza arroccato dietro. Questo l’ho visto fare in partite contro il Torino, quando non sono riusciti a prenderci alti, il Napoli nei primi 60’, l’Empoli. Il Monza mi aspetto che venga a pressarci, non sarà così scontato l’assetto tattico.
È un derby, anche se i comaschi non lo considerano tra i più sentiti.
Bene. Mi piacciono i derby. Ne ho giocati tanti. Sono partite in cui bisogna tirare fuori qualcosa di extra. Mi aspetto un appoggio anche più speciale dai tifosi, uniti con loro andremo a fare il massimo e provare a vincere questa partita.
La sua frase - «bisogna ricordarsi che qui 5 anni fa non c’era niente» - è stata anche interpretata male...
Non lo sapevo. Allora mi spiego meglio. Nel 2019 il Como era in serie D, adesso è in serie A. Un salto velocissimo, clamoroso. Significa andare a 300 all’ora sempre. Ora, se capita una leggera flessione, e stiamo pagando una piccola flessione, non c’è da fare drammi. Il trend e il progetto sono sempre in crescita. Io non mi dimentico il passato di quando non c’ero. Anzi, vorrei a Mozzate foto di Gabrielloni o Iovine che alzano i trofei in D. Il mio era un riferimento al cammino così bello in questi cinque anni, tre dei quali, tra l’altro, io non c’ero. Comunque certe volte dovrei esprimermi in inglese, con l’italiano faccio un po’ confusione.
Come sta Kone?
Kone è un giocatore che ci può dare una grossa mano, dà parecchia intensità in mezzo. Ma viene da un anno fermo. Ha giocato con la Primavera, forse lo farà anche questo fine settimana. Non so quando lo convocherò, questa volta no, ma forse già la successiva. Se entra lui deve uscire un altro dalla lista, dobbiamo fare le cose per bene a difesa del gruppo. Ma lui potrà essere utile.
Chi gioca in porta?
Lo saprete domani.
Ritroverà Nesta, ex campione del mondo come lei...
Ci siamo incrociati in campo più volte. Di lui mi colpiva, oltre che la qualità, la capacità di essere un leader. Nel calcio leader così ce ne sono sempre meno.
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