Cassa integrazione
a giocatori di B e C?
Proposta della Figc

Calcio: l’idea è stata avanzata ieri al governo Riguarderebbe anche giocatori di Como e Lecco Provvedimento per chi guadagna meno di 50mila euro

Estendere la cassa integrazione anche ai calciatori della serie B e C con contratti sotto i 50 mila euro: è una delle richieste al governo dal mondo del calcio per affrontare la crisi da emergenza coronavirus. Nel pacchetto definito da Figc e Leghe, le misure ritenute più impellenti prevedono anche il riconoscimento dello stato di crisi, la proroga delle concessioni degli impianti con la sospensione dei canoni, il differimento delle scadenze fiscali e contributive, cig e contratti di solidarietà anche ai calciatori sotto i 50 mila euro in B e e C. In una seconda tranche, si studia un “Fondo Salva Calcio”, per il quale la Figc destinerà risorse destinate alla. ripartenza dei club .in crisi di liquidità

Anticrisi

Il documento anticrisi è il prodotto della riunione in videoconferenza convocata dal presidente della Figc, Gabriele Gravina, con i presidenti delle Lega di A Paolo Dal Pino, di B, Mauro Balata, di Lega Pro, Francesco Ghirelli, della Lnd, Cosimo Sibilia, dell’Aic, Damiano Tommasi, dell’Aiac, Renzo Ulivieri e dell’Aia Marcello Nicchi. Il confronto si è incentrato proprio sull’opportunità di presentare al Governo le richieste urgenti e le proposte che agevolino provvedimenti legislativi che accelerino lo sviluppo dell’intero settore.

Nel documento è stata data priorità alle richieste più impellenti per fronteggiare l’attuale crisi di liquidità. Una delle proposte più innovative, che però rientrerà nella seconda tranche di proposte da presentare entro aprile, riguarda proprio la creazione di un “Fondo Salva Calcio”, per il quale la Figc destinerà delle risorse ad hoc e che vedrà coinvolti altri protagonisti del mondo del calcio. Il Fondo servirebbe come sostentamento concreto per finanziare la tenuta in sicurezza e la ripartenza delle società in crisi di liquidità.

Stagione

Il presidente Gravina ha sostenuto poi la necessità di tornare a confrontarsi a breve su altri argomenti caldi: dal prolungamento della fine di questa stagione a dopo il 30 giugno al rinvio del pagamento degli emolumenti fiscali; contributivi e assicurativi, Inoltre, il riallineamento della scadenza degli adempimenti Covisoc, l’adeguamento degli adempimenti per le licenze nazionali e la rinegoziazione a termine dei contratti sportivi e amministrativi di primo livello.

Il presidente del Torino, Urbano Cairo ha detto: «Giusto salvare coppe e campionati, però andare oltre il 30 giugno rischia di essere un problema, perché vai ad intaccare la prossima stagione».

«Se si finisce a luglio, ad agosto i giocatori si dovrebbero riposare - dice il patron granata -. E di conseguenza avresti soltanto un mese per prepararti, si andrebbe a riprendere il campionato a ottobre: diventerebbe una cosa particolare complicata, si rischia di compromettere non una ma due stagioni. Dobbiamo cercare in tutti i modi di finire entro il 30 giugno, ma senza accanimento».

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