Ballerini: «Il mio Tour de France? Una mano a Cavendish per superare Merckx»

Intervista con il corridore canturino oggi al via della più prestigiosa corsa a tappe

Ci siamo. Oggi scatta il Tour de France, edizione n.111. E lo fa da Firenze per la prima delle tre tappe italiane che caratterizzano l’avvio della più prestigiosa corsa di ciclismo al mondo. Solo otto gli italiani al via e tra questi un canturino, Davide Ballerini, 29 anni, professionista dal 2017, che difende i colori dell’Astana Qazaqstan Team. Lo raggiungiamo al telefono all’indomani della presentazione-spettacolo andata in scena nel capoluogo toscano.

Un aperitivo con tanto di ombrellino nel long drink come direbbe qualcuno?

Fantastica, davvero. È stata bellissima la passerella in centro, dal fascino di Palazzo Vecchio alla maestà di Piazza della Signoria sino all’incanto di Piazzale Michelangelo. Me la sono proprio goduta e sono certo che resterà uno dei più bei ricordi.

Ma ora c’è da pedalare...

Sono pronto. O quasi.

In che senso?

Che ho svolto tantissimo lavoro in altura, a Livigno, e di solito ci metto un po’ a “ritrovarmi”. Domenica scorsa, ad esempio, non ho portato a termine il campionato italiano perché ho capito che non avrei più avuto la brillantezza per essere all’altezza della situazione nel dispendioso finale. Insomma, non potevo contare sulla “mia” solita gamba e mi mancava il ritmo-gara.

Si è sottoposto a uscite anche con 4-5mila metri di dislivello: davvero niente male per uno che scalatore non è.

Ma mi piace andare in salita, anche se al mio ritmo...

Domani (oggi, ndr), peraltro, la tappa che porta a Rimini potrebbe essere una di quelle a lei più congeniali.

Vero, non lo nego. E se mi sentirò a posto farò di tutto per entrare in una fuga che abbia chance di giungere al traguardo.

Ma che tipo di “licenze” ha concordato con il team?

Innanzitutto dovrò dare una grossa mano nelle volate al mio amico-capitano Mark Cavendish che andrà alla caccia di quella vittoria numero 35 al Tour che gli consentirebbe di diventare il recordman assoluto di successi. Primato che ora condivide a quota 34 con un certo Eddie Merckx.

Con quell’eccellente parterre di sprinter schierati alla partenza non sarà semplice.

In effetti sono presenti i migliori al mondo, ma Mark una zampata è ancora in grado di darla.

Lei, ovviamente, farà parte di quel treno che lo dovrà condurre nella miglior posizione possibile in prossimità dell’arrivo.

Sarò il penultimo vagone del convoglio. Dopo di me entrerà in scena Morkov, poi toccherà a Cavendish tentare di finalizzare il lavoro.

Detto dell’appoggio a Cavendish, ci sarebbe magari anche Alexey Lutsenko da aiutare nel tentativo di andare a prendersi una frazione, vero?

Esatto. Strada facendo capiremo se potrà dedicarsi compiutamente anche alla classifica generale, ma intanto su qualche tappa potrebbe di sicuro apporre la sua firma.

Esauriti i compiti di “assistente”, potrà finalmente avere via libera Ballerini...

Credo sarà così. E nel caso mi farò trovare pronto. Comunque, qualche opportunità ritengo di averla. Resto convinto di poter far bene.

Le tre tappe italiane potrebbero darle uno stimolo in più?

Sono tre frazioni ideate all’insegna di campioni se non addirittura di miti. Perché domani (oggi, ndr) si gareggerà alla memoria di Bartali e Nencini, domenica (domani, ndr) si partirà da Cesenatico, vale a dire da casa Pantani e lunedì nella Piacenza-Torino si attraverseranno le terre di Coppi. Più di così...

Nello stesso anno corre Giro d’Italia e Tour de France: mica è da tutti...

E infatti non mi lamento. Intanto, è senza dubbio un bel riconoscimento da parte del club nei miei confronti. Sta anche a significare che ci sono come corridore. Al Giro non avevo ancora la forma ideale anche se l’ho concluso decentemente, mentre ora mi sento decisamente meglio, anche perché ho forse definitivamente superato i problemi al ginocchio che mi hanno tenuto fuori da fine luglio scorso a fine aprile. A tal proposito...

Dica.

Vorrei pubblicamente ringraziare la Rehability di Lugano, e in particolare il responsabile Martino Donati, per il grande lavoro che hanno fatto sul mio ginocchio e per avermi tirato fuori dalle difficoltà. E poi...

Poi?

Un grazie al mio fans club che anche al Giro è stato fantastico, soprattutto nella tappa di Bassano del Grappa. Tutti quei tifosi mi hanno dato una marcia in più, trasmesso grinta e “spinto” in salita.

Torniamo al Tour: Pogacar grande favorito oppure prevede un duello con Vingegaard?

Tadej va fortissimo, Jonas è ancora da decifrare ma se avesse recuperato allora potrebbe infastidire lo sloveno. Personalmente, però, vedo molto bene Roglic. Nel senso che penso saprà contrastare entrambi. Quanto a Evenepoel, pur se va fortissimo a crono, lo indicherei mezzo gradino più sotto rispetto a quei tre là.

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