«Il Lombardia è bello, basta che sia duro»

Ciclismo Per il primo degli incontri di CentoCantù e Cc Canturino, alla Lario è arrivato il top dei manager Carera

«Como sì, ovviamente. Per le difficoltà del finale del percorso e la bellezza di un paesaggio conosciuto in tutto il mondo. Ma anche la mia Bergamo...». Non ce l’ha fatta Johnny Carera, il top manager del ciclismo mondiale, a sbilanciarsi su quale fosse il migliore degli arrivi del Lombardia.

Si gareggia il 12 ottobre

L’edizione 2014, nel pieno rispetto dell’alternanza tra le due città, prevede il 12 ottobre l’arrivo sul lungolago. E CentoCantù e Cc Canturino, che da tempo costituiscono il Comitato organizzatore locale, hanno iniziato un lungo avvicinamento, con il primo degli incontri a tema.

Salone d’onore della Canottieri Lario del presidente Leonardo Bernasconi riempito come al solito e serata effervescente. Un’ora molto molto abbondante volata via, tra aneddoti, domande del presentatore e del pubblico e riflessioni a voce alta di uno dei protagonisti del mondo delle due ruote.

«Mi piace sottolineare - dice Carera dall’alto della sua esperienza - l’ottimo rapporto tra Paolo Frigerio e Giovanni Bettineschi, ovvero i patron di una città e dell’altra. Non è una cosa scontata, ma qui funziona e fa il bene del ciclismo. Dal mio punto di vista, mi auguro una cosa sola. Che sia un Lombardia duro, perché così Tadej potrà dare battaglia».

Tadej è Pogacar, il fiore all’occhiello di una scuderia, quella dei fratelli Johnny e Alex, che conta cento e rotti corridori, al maschile e femminile. E quel corridore che, a suon di straordinari risultati, ha mantenuto altissimo il livello dell’agenzia Carera dopo, tra gli altri, Simoni, Di Luca, Nibali e molto del gotha del ciclismo.

Non si nasconde il manager. Conosce, più di tutti, condizione e ambizione del suo pupillo. Che andò a scovare già da giovanissimo. «Mi chiamarono un anno, al termine del Giro della Lunigiana, per segnalarmi uno juniores. “Non ne abbiamo mai visto uno correre uno così forte, anche se è un po’ grassottello”. Convinsi mia moglie a trascorrere un weekend in Slovenia. Al momento della prima cena le dissi che dovevo incontrarmi con una persona, lei mangiò foglia e bacchetto, ma io firmai Tadej».

E tra i primi a vederlo in azione nel gruppo fu Simone Petilli, ex Cc Canturino, ora professionista e sotto tutela di Carera. Petilli che - data la vicinanza con il club gialloblù e il manager - non ha voluto perdersi la serata comasca, scendendo dall’Alto Lago lecchese. «Il ciclismo è cambiato in quest’ultimo periodo - ha detto il corridore della Intermarché-Wanty -. Fosse stato così dieci anni fa, probabilmente, io non sarei potuto passare professionista. Invece, e questo grazie al lavoro del mio manager, sono riuscito a crearmi una dimensione dentro la quale riesco a stare bene. Anche nel gruppo».

Il siparietto con la nutrizionista

Ricordi, etica, consigli ai giovani atleti in sala e più d’una riflessione sul momento del ciclismo italiano, a livello di club e di Nazionale («questione di cicli, bisogna solo aspettare. L’importante, però, è non sedersi e lavorare tanto quanto stanno facendo gli altri», il Carera-pensiero), fino a un bellissimo siparietto conclusivo con la nutrizionista del Canturino, Rossella Ratto, anche lei bergamasca, anche lei ex ciclista.

Sia Carera sia Petilli hanno convenuto sull’importanza, addirittura strategica, di una corretta alimentazione, che si basi su conoscenze scientifiche e non più empiriche come accadeva un tempo. Manco a dirlo, a fine serata, applausi a scena aperta per tutti.

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