«Il Lombardia più vivo? Vi spiego io come si fa con il weekend verde»

Intervista con Alessandro Tino, titolare della Sartoria Ciclistica. Il suo locale ha animato la settimana: «Le idee ci sono. Chi ci sta?»

Da una parte una città spenta, che non aveva organizzato nulla per accogliere il Giro di Lombardia. Dall’altra un concept store di ciclismo, in Borgovico, che ha fatto feste, ritrovi, pedalate (per carità di dio non chiamatele così: piuttosto, “ride”), serate con ospiti, un macello. Allora, perché non chiedere al titolare di quel locale, Sartoria Ciclistica, di spiegare come fare a ravvivare la settimana? Ecco due chiacchiere con Alessandro Tino, ciclista agonista (gravel) e agitatore di anime.

Sei d’accordo che in città si è fatto pochino, per il Lombardia?

D’accordissimo. Del resto il comasco è così. Osserva pacioso quello che capita dal cielo. E si lamenta. Se c’è troppa gente, perché c’è troppa gente; se c’è poca gente, perché c’è poca gente. Scuote la testa e sbuffa. E guardate che sono comasco anche io. I miei avi sono i fondatori della Chiarella...

Tu, invece, ha fatto un 48: serate, feste, incontri, vip.

Il nostro è un locale molto internazionale. Un po’ differente da quello che si considera un negozio. Prova ne sia che siamo pieni di stranieri, che ci cercano su google map. È un locale che vuole creare una community. Concetto difficile da interpretare in una città chiusa come Como.

Ok, ma non è che si potrebbe replicare su larga scala il modello Sartoria per la città?

Conosco Rapinese, siamo in ottimi rapporti. Ogni tanto ne parliamo. Però, a parte che di entrare in politica non ci penserei nemmeno, bisogna anche pensare che non può sempre pensare a tutto il “pubblico”. Qualche iniziativa dai “privati” non guasterebbe. Un po’ di iniziativa. O comunque un gioco di squadra. Ma siamo a Como...

Cosa vorrebbe, uno come Alessandro Tino, per ravvivare la città al Lombardia?

Le idee possono essere mille. Ne dico una: un weekend verde. Un weekend, quello del Lombardia, con spazio solo alle bici. Magari in collaborazione con il Fai e la visita a luoghi culturali in bicicletta.

Oppure?

Oppure un pic nic a Villa Olmo, da fare solo spostandosi in bicicletta, magari con un segno distintivo obbligatorio, tipo il cestino di vimini. Questo ad esempio lo fanno a Londra, e basterebbe guardarsi in giro per prendere le idee. Como ormai, sotto certi aspetti, non ha nulla da invidiare a Londra (dove peraltro la settimana prossima apriremo Sartoria).

Da voi sono passati ciclisti e appassionati che arrivavano da ogni dove.

Perché vogliamo creare unione, passione. Como deve imparare ad essere più accogliente. Deve accogliere, non respingere. La comunione è importante. Noi abbiamo organizzato quattro “coffe ride” in quei giorni, ma non è una novità perché durante la primavera estate organizziamo le “post office ride”, cioè giri in bici da un’ora dopo l’uscita dal lavoro. E dopo, una pasta e una birra. Se si crea empatia, le cose vengono da sole. La gente arriva. Ma devi empatizzare.

Il food può essere un’idea.

A Como c’è già il Como Lake Cocktail Week. Beh, perché non pensare a una cosa del genere quando viene il Lombardia con piatti dedicati? E poi, scusate: pensate a una mega polentata alla fine del Giro, a disposizione degli atleti, che tra l’altro sono a fine stagione e dunque c’è un clima da ultimo giorno di scuola. Una polentata a fine gara, inquadrata per forza di cose in mondovisione: bisogna anche saper sfruttare queste occasioni per lanciare i prodotti del territorio. Invece qui siamo contenti per le inquadrature al lago. Ok, ma lì il merito è tutto di madre natura. E noi?

Avete anche fatto cantare Magrini e Gregorio, i due telecronisti più amati dagli appassionati, quelli di Eurosport.

Sì, quello non è stato al Lombardia, ma abbiamo ospitato un concerto del loro duo “Cane vecchio sa-und”. Torneranno anche a Natale.

Meglio l’arrivo o la partenza?

L’arrivo. La partenza può essere più bella per gli appassionati perché possono vivere il contatto con i ciclisti più a lungo, ma l’eccitazione dell’arrivo è impareggiabile. E poi per l’arrivo ci sono prenotazioni negli hotel per quattro giorni, per la partenza solo nel weekend

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