«Questo Lombardia esploderà sulla Nesso. E io dovrò essere lì»
Fortunato (Astana) sarà l’unico comasco al via della classica monumento di sabato 12 ottobre. «Corsa vera già a Onno e lungo la discesa del Ghisallo»
L’unico dei nostri al via sabato prossimo da Bergamo de “Il Lombardia” - una delle cinque classiche monumento - sarà Lorenzo Fortunato. Emiliano di natali, ma comasco d’adozione almeno da un quinquennio, ovvero dai tempi del fidanzamento con l’erbese Veronica Pontiggia che non più tardi del 17 settembre scorso è divenuta sua moglie, con cerimonia e ricevimento a Villa Mattioli di Lesmo. Luna di miele però nel frattempo “congelata” perché lui, 28 anni - dopo la Vuelta - avrebbe ancora qualche corsetta nella quale appiccicarsi il dorsale. Tipo, appunto, l’imminente Lombardia.
Ci siamo quasi ormai...
Un momento. Prima sarò impegnato sabato (domani, ndr)al Giro dell’Emilia, poi domenica alla Coppa Agostoni e martedì 8 alla Tre Valli Varesine.
Quale ruolo è destinato a recitare in queste prossime quattro gare?
All’Emilia e al Lombardia parto per fare la corsa, nel senso che sarò il capitano, mentre nelle altre due mi metterò a disposizione dei compagni, per dare loro una mano in salita - alludo in particolare a Ballerini, Bettiol e Velasco che possono fare bene - e nel contempo affinare la condizione per il Lombardia.
Parliamo proprio de Il Lombardia. Da dove si inizierà a fare sul serio?
La corsa vera e propria comincerà sulla Onno perché tutti vorranno poi prendere nelle prime posizioni la discesa dal Ghisallo e dunque si farà il Ghisallino a tutta. Perché poi da Bellagio alla Nesso è un attimo e la Nesso scremerà definitivamente i superstiti, anche perché la si affronterà dopo la bellezza di 200 chilometri nelle gambe.
Un passo alla volta. Quali rapporti userete ad esempio nel tratto più impegnativo del Ghisallino, quello di Barni?
Premesso che, includendo l’intero tratto da Onno, non si tratta per noi di una salita impegnativa, sarà comunque stressante proprio al fine di prendere le posizioni. La si farà interamente, pezzettino più duro incluso, con il 54 davanti, mentre dietro poco più su della metà anche perché pure in quel chilometro impegnativo si viaggerà ai 30 all’ora. Su questo non ci piove.
Le insidie della discesa del Ghisallo?
Non è una discesa difficile, però mette il gruppo in fila. Così quando arrivi a Bellagio il plotone si rompe. Se rimarranno 30 o 40 corridori non so, ma di certo ci sarà la frattura. E allora bisognerà fare i conti con il numero di compagni di squadra che saranno rimasti, anche per capire se da dietro qualcuno potrà rientrare. A tal proposito, uno dei segreti de Il Lombardia è quello di farsi sempre trovar pronti là davanti senza doversi così ritrovare a inseguire perché altrimenti spendi un sacco di energie in più.
Veniamo alla Nesso. Come la si affronta?
Io avrò il 54-40 davanti, c’è chi monterà anche il 55-40. Immagino che useremo un 54 alto perché si dovrà andar su forte visto che quei 14 chilometri di salita li si percorrerà in poco più di 30 minuti.
Dal Pian del Tivano alla Colma è bello tosto.
Sì, ma chi va forte terrà il 54, anche perché si verrà da un tratto in falsopiano. Tutt’al più un 40 basso, ma anche in quel tratto si farà gran velocità.
Si è testato di recente sulla Nesso?
Sì, l’ho percorsa tante volte ultimamente, anche se la frequento spesso in altri momenti della stagione sia da un versante sia dall’altro.
C’è qualche tratto particolare in cui poter fare la differenza?
Da subito, perché sino a Zelbio li mette già tutti in fila, con i primi cinque chilometri che ritengo fondamentali perché a ruota si sta bene, ma se ti ritrovi oltre la ventesima posizione soffri. Poi, quando passi dentro il paese allora puoi davvero andar via. Sono convinto che lungo la Nesso la corsa esploderà e che si formeranno una serie di gruppetti. Mi auguro di ritrovarmi in uno di quelli prossimi alla testa.
Giù dalla Colma e sino al San Fermo?
C’è modo di rientrare, anche se molto dipende da chi c’è davanti e se dietro ci sono alleanze. Da Canzo sino a Erba è velocissima perché la strada scende, ma dopo ricomincia a salire. Pur arrivando a Como, per caratteristiche questo Lombardia mi ricorda quello con il traguardo posto a Bergamo.
A proposito, le diverse salite bergamasche che avrete affrontato nella prima parte di gara potranno aver lasciato il segno?
Di sicuro. Perché, fatte piano o forte che sia, mettono comunque fatica nelle gambe. Ritengo le affronteremo a buon ritmo perché la Uae vorrà rendere la corsa dura sin da subito.
Lei con che intenzioni e ambizioni si presenta?
Nelle precedenti edizioni sono arrivato a un passo dai dieci (18° nel 2023, 15° nel 2021, caduto nel 2022, ndr), pur non brillando. Mi piacerebbe migliorare i risultati degli anni scorsi e chiudere subito a ridosso dei migliori. Post Vuelta non so esattamente quale sia la mia condizione, ma in queste gare che anticipano il Lombardia potrò farmi un’idea più precisa.
Favoriti, Pogacar a parte...?
Vedo bene Mas, O’Connor, Roglic, Evenepoel, ma anche altri possono dire la loro senza però pensare a chissà quale nome a sorpresa. Nella stessa squadra di Pogacar, ci sono Yates, Almeida, Ayuso. Chi ha disputato la Vuelta e corso il Mondiale al Lombardia andrà forte.
Da chi dovrebbe avere maggior supporto?
I componenti il team non sono ancora stati ufficializzati, ma diciamo dal gruppo italiano. E poi dai “miei” tifosi che si dislocheranno lungo i punti cruciali del percorso nel Comasco. Conto molto sul loro incitamento.
Preferirebbe il sole, il caldo, la pioggia, il freddo…?
Sole e caldo. Andrebbero bene anche sole e freddo, ma preferirei non prendere la pioggia. Così come del resto il 98% dei corridori in gruppo perché a fine stagione correre sotto l’acqua è una pena afflittiva supplementare.
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