Como punta su Parma: ha chiesto lo stadio fino a ottobre

La grana Entro inizio giugno la società deve indicare il campo alternativo dove giocare le prime partite. Risposta non ancora arrivata: un “no” sarebbe un guaio

Il Como punta dritto su Parma. Quella che fino a pochi giorni fa era una vaga preferenza, una indicazione, adesso è diventata una strategia netta: la società lariana ha scelto lo stadio emiliano al quale chiedere ospitalità nel caso il Sinigaglia non fosse pronto per l’inizio del campionato.

Scelta

Di Parma avevamo scritto settimane fa, ma la comparsa di altre ipotesi (si era detto Cremona) aveva fatto immaginare che anche la città lombarda fosse tra le esaminate. Nulla di tutto ciò. Il Como, probabilmente anche dopo consultazioni con i tifosi, vuole evitare di portare i suoi appassionati in luoghi dove esiste una inimicizia più o meno accesa con la tifoseria locale. Dunque, per questo motivo, sono cadute le ipotesi logisticamente più comode di Monza, Bergamo, Cremona, Brescia. San Siro non è praticabile perché sempre occupato, a Torino in teoria si potrebbe (Juve e Toro giocano in stadi diversi), ma non si vogliono due partite di serie A in città nello stesso fine settimana. Novara non è a norma per la serie A. Dunque la scelta è caduta su Parma, con la cui tifoseria i rapporti sono distesi. Dalle ipotesi ai fatti: secondo fonti parmensi, sarebbe arrivata una richiesta ufficiale tramite Pec da parte del Como 1907. Tra l’altro, secondo queste fonti, la richiesta del Como sarebbe sino a metà ottobre. Dunque ben sette partite, più una di Coppa Italia. Poi, normale che per sicurezza si chieda l’impianto con un margine di sicurezza adeguato, però...

Reazioni

A Parma dicono che le reazioni iniziali non sono state molto positive. Anzi, dal Comune sarebbe arriva un iniziale “no”. E c’è da capirli: non è tanto la trasmigrazione dei tifosi azzurri a spaventare, ma l’eventuale partecipazione di tifoserie numerose delle “grandi” eventualmente coinvolte.Una gestione dell’ordine pubblico raddoppiata, una ogni domenica, per due mesi. Un “no” definitivo sarebbe un guaio. Alternative? Forse Piacenza? Il Como deve comunicare alla Lega entro il 4 giugno l’impianto alternativo dove giocare la partite, senza il quale l’iscrizione non può essere fatta.

Lo spettro, l’incubo, è quello di trovarsi in una situazione tipo Lecco un anno fa, con la ricerca spasmodica di uno stadio dove giocare. Speriamo di no. Mentre si attendono gli inizi dei lavori al Sinigaglia. Capitolo ritiro: ieri sono uscite indiscrezioni sulla possibiltà che il Como vada, almeno per un periodo, in Valle d’Aosta a Montjovet.

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