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Sabato 18 Gennaio 2020
È morto Pietro Anastasi
Il figlio: «Aveva la Sla:
sedazione assistita»
Attaccante della Juventus e della Nazionale degli anni ’60-’70, aveva 71 anni e vinse tre scudetti
«Papà aveva la Sla, che gli era stata diagnosticata tre anni fa dopo essere stato operato di un tumore all’intestino. Gli ultimi mesi sono stati davvero devastanti e lui giovedì sera quando era ricoverato all’ ospedale di Circolo di Varese ha chiesto la sedazione assistita per poter morire serenamente”: così Gianluca Anastasi ricorda all’ANSA la scomparsa del padre Pietro avveneta ieri, confermando che è stata dovuta alla Sla. «Ha scelto lui giovedì sera di andarsene. «Ha chiamato mia mamma e ci ha detto di volerla subito».
Scomparso all’età di 71 anni,Pietro Anastasi è stato un attaccante della Juventus e della Nazionale degli anni ’60-’70. Nato a Catania il 7 aprile del 1948, esordì come giocatore nella Massiminiana, società appartenente al futuro istrionico presidente del Catania. Il passaggio al Varese lo mise in mostra e gli valse l’approdo in casa Juventus, squadra nella quale militò per otto stagioni a cavallo tra il 1968 ed il 1976.
Con la maglia bianconera vinse tre scudetti (1971-72, 1972-73 e 1974-75), disputando inoltre le finali di Coppa delle Fiere, nel 1971, Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale, queste ultime entrambe nel 1973. Considerato uno dei migliori centravati della sua generazione, giocò 258 partite in Serie A con la Juve, realizzando 78 reti, laureandosi capocannoniere della Coppa delle Fiere 1970-1971 e della Coppa Italia 1974-1975. Nel 1976 il passaggio all’Inter, dove rimase poer due stagioni, quindi la parabola discendente con Ascoli e Lugano.
«Oggi è un giorno triste per tutta la Juventus, per il calcio italiano e per tutti coloro che lo hanno conosciuto. Pietro Anastasi ci ha lasciato all’età di 71 anni» si legge sul sito della Juventus che commenta la scomparsa di una delle sue stelle, Pietro Anastasi, scomparso oggi. «Era impossibile non volere bene a ’Pietruzzù, come lo chiamavano tutti i tifosi a rimarcarne la sua origine siciliana, perché è stato uno juventino fino in fondo e alla squadra del suo cuore ha trasmesso tutta la sua passione. Quella che da bambino, raccattapalle al Cibali di Catania, lo vede chiedere una foto accanto al suo idolo John Charles. Il sogno di vestire la maglia bianconera si concretizza nel 1968: Pietro arriva a Torino forte di una stagione memorabile nel Varese e di un gol storico in maglia azzurra nella finale dell’Europeo a Roma».
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