«La decima vittoria colta al supermercato. Mio figlio? Va forte»

Corrado Fontana, dieci successi al Rally di Como. «Quando mi hanno chiamato per la squalifica di Re ero a fare la spesa»

Una decima vittoria al Rally di Como un po’ strana. Arrivata in serata per la squalifica del rivale Alessandro Re che aveva vinto la corsa. Ma che rappresenta un traguardo storico, importantissimo per Corrado Fontana, il re (al di là del gioco di parole con il pilota squalificato) di questa corsa. Corrado ci teneva da morire a questo traguardo, nella gara che più ama. Ora che ce l’ha fatta, c’è da fare sue conti sul futuro e concentrarsi sul futuro di suo figlio Matteo, pilota da Mondiale. Non prima di aver fatto un replay delle sue vittorie.

Allora, Corrado. La decima è arrivata.

Sì, in un modo un po’ strano. Mi è arrivata la telefonata che mi avvertiva che stava succedendo qualcosa di strano, mentre ero a fare la spesa. Mi avevano detto che c’era qualche problema in verifica. Poi l’annuncio è arrivato attorno alle 23, ma già chi era in zona verifica mi aveva anticipato che c’era qualcosa di serio su cui studiavano.

Così è stato meno bello?

Beh, sì. Perché era la mia ultima gara con la Hyundai che ho guidato per otto anni. C’era parecchia commozione nella mia squadra. Può sembrare strano, ma era così. Volevamo chiudere bene per lei, per la vettura che ci ha regalato tante soddisfazioni. Abbiamo chiuso secondi, ed eravamo soddisfatti, soprattutto lo ero io per come avevo guidato. Ma celebrare sul podio, con tutta la mia squadra, sarebbe stata tutta un’altra cosa.

Quattro prove vinte da Re e quattro da te. Tutte quelle del sabato vinte da lui e quelle della domenica da te. Come mai?

Mah, credo che lui abbia amministrato, il secondo giorno. Io ho guidato benissimo, non avevo rimpianti. Guardando i suoi tempi, mi ero detto che quel binomio era imbattibile, inutile stare lì a pensare. Anche perché io ho tirato sempre.

Dieci vittorie.

Sapete che è un traguardo a cui tenevo molto, perché questa gara è davvero nel mio cuore, ci sono venuto anche quando non partecipavo al campionato, ha segnato la mia carriera.

Te la senti di riavvolgere un po’ il nastro?

Certo.

Prima vittoria nel 1995. Un’altra era geologica fa...

Eh... avevo 22 anni. Il rally era stato fermo qualche anno, erano i miei primi anni da pilota. Pazzesco se leggi il secondo e il terzo:Pigoli e Agostoni. Mica pizza e fichi. E nel 1996, ho fatto il bis stavolta davanti ad Agostoni e Balsamo. Me la ricordo perché il primo anno la vettura era presa a noleggio, mentre stavolta eravamo lì con la squadra messa su da mio padre, l’Husky.

Poi il 2003.

Ci sono tornato qualche anno dopo, il livello era diverso, era già il Tra. Guidavo una Toyota. Beh, forse è stata una delle vittorie più belle, una gara tiratissima, un anno in cui ho conquistato il titolo.

La doppietta 2005-2006.

Ho vinto con la Peugeot 206, che forse è stata la vettura con cui ho avuto più feeling. Me la sentivo come un abito su misura. La seconda fu pazzesca, con strada umida, scelte di gomme differenti, e una foratura sul finale che fece avvicinare Galli. Che suspense. Vinsi di un soffio.

Altro stop, poi il 2013 vincente.

Una delle volte che venni a correre anche se ero iscritto a un altro campionato, l’Irc. Ma per me venire alla corsa di casa era un piacere. Una volta ci sono venuto anche con un Mini non competitiva, pur di esserci.

Infine il trittico 2018, 2020 e 2022.

Già, curiosamente ho vinto negli anni pari, mentre in quelli dispari è andata male. Nel 2020, l’anno del Covid non compaio nell’Albo d’Oro perché c’era il caso delle due classifiche differenti. Una della Coppa Italia e una delle Wrc. Il Trofeo sarebbe stato assegnato a chi avesse vinto la gara di Coppa Italia con vetture meno performanti, ma la gara la vinsi io. Comunque fu una edizione strana, per via del Covid. Ma il fatto di aver battuto Formaux e Nicita, diceva quanto fossi andato forte.

Vittorie ma anche delusioni.

L’anno scorso abbiamo preso un sasso in velocità che ci ha tolto una probabile vittoria. Ma ricordo con piacere anche l’edizione del 2012, che vinse Kubica, quando ero terzo e feci passare papà Gigi che andò sul podio. Non male alla sua età.

E adesso che hai ottenuto la decima e che la Hyundai è andata in pensione?

Vediamo. Quest’anno ho fatto solo due gare e non ho partecipato a nessun campionato. Eravamo agli sgoccioli con i ricambi. L’anno prossimo affronteremo una nuova avventura con una nuova vettura. La HMI, il nostro reparto corse, ci sarà. Ma non abbiamo ancora deciso il campionato. Io ormai ho 50 anni, e non è uno scherzo combattere con i giovani. Anzi, ho detto a Matteo, mio figlio, di stare in Rally 3 sino a quando non correrò io. Mica vorrà battermi a parità di vettura...

A proposito. Matteo sta correndo nel mondiale. E pare vada forte.

Va fortissimo. Avrebbe dovuto passare da Rally 4 a Rally3 il prossimo anno, ma visto come andava, abbiamo anticipato i tempi e anche con la nuova vettura è andato davvero forte. L’obiettivo è fare il pilota stabile nel mondiale ai massimi livelli, ma bisogna fare le cose con calma. La stoffa ce l’ha, vince sempre la sua categoria.

© RIPRODUZIONE RISERVATA