«Motonautica a Como, mi metto alla guida per un vero rilancio»

Iaconianni, dt dello Yacht Club: «Serve una scuola piloti (con Cappellini), porteremo grandi gare ed eventi»

Vincenzo Iaconianni ha accettato l’incarico di direttore tecnico del settore Motonautica dello Yacht Club Como. Avvocato comasco, 70 anni il prossimo 21 aprile, ha appena lasciato la carica di presidente della Federazione Italiana Motonautica, da lui ricoperta in continuazione per sette mandati, dal 1997 al 2020, “delfino” di Massimo Moratti, come vice presidente vicario. Nelle elezioni di novembre scorso ha passato il testimone a Paolo Viscione, ma conserva la carica di consigliere federale per il quadriennio in corso. E’ stato vice presidente Uim (la federazione internazionale) e dal 2013 è componente Cda di Coni Servizi. Dal 1983 al 2001 è stato pilota, con ben 28 gran premi di Formula 1 inshore ed è stato presidente dell’Associazione nazionale Piloti. Con Guido Cappellini è socio benemerito dello Yacht Club Como (erano tre, ma Renato Molinari è morto l’anno scorso).

Quale Federazione ha lasciato in eredità a Viscione?

Non è da ieri, ma sono anni che la Fim è la federazione internazionale più titolata. Durante i miei mandati ho sempre puntato soprattutto sulla sicurezza ed abbiamo raggiunto ottimi risultati che hanno fatto scuola. Ho lasciato la vice presidenza Uim nel 2007, perché era stato eletto Raffaele Chiulli e non mi sembrava corretto che due italiani occupassero le cariche più importanti. Ma forse ho sbagliato, perché non ho più potuto portare avanti la battaglia contro i voti plurimi, con i quali praticamente in sede di votazione uno vale uno. Ovvero la Fim, la più titolata, è alla pari della federazione del Gabon, con tutto il rispetto per il Gabon. Ho lasciato, comunque la nostra federazione in buone mani.

La Fim avrà sempre il suo supporto alle spalle.

Certamente. Ci sono grandi progetti in atto. Ora è in fase di ultimazione la Superboat, un “quattro punti” di 6 metri con motore entrobordo in linea d’asse di 200 cavalli, che verrà dato alle società che lo richiedano per svolgere un campionato italiano monomarca nel 2026. Ma ci sono già richieste di farlo diventare internazionale. Il progetto, voluto da me, è stato redatto e realizzato tutto dalla Fim. Ho già ricevuto proposte di sponsorizzazione e sono in fase di definizione accordi con un brand molto importante per la presentazione qui a Como la prossima estate.

Direttore tecnico dello Yacht Club. Che tradotto.

Non saprei nemmeno io definirlo, visto che è una novità. Il direttivo del presidente Gioacchino Favara me lo ha proposto e l’idea mi è piaciuta, non solo perché abito a due passi. Curerò i contatti con la federazione, con i piloti e l’organizzazione di corsi. Sarà un rapporto di collaborazione molto gradito, oltre che proficuo come del resto c’è sempre stato, con il direttore sportivo Achille Sauchelli e il conigliere della motonautica Roberto Ruggieri, che in questi anni hanno gestito al meglio l’attività.

Come ha vissuto le recenti vicissitudini della società?

Non essendo coinvolto nella gestione, dal di fuori ricevevo notizie frammentarie, addirittura allarmanti di fine dell’attività di motonautica e vela. Ma non mi sono mai preoccupato, perché non ho mai creduto potesse succedere, certo che lo Yacht Club Como, continuazione della Mila e del Circolo Vela, sono la storia sportiva di Como, come la Canottieri Lario, L’Aeroclub, il Tennis e la Como Nuoto.

Quale il suo primo atto?

Urgente, basilare e non più rinviabile: l’adeguamento dello Statuto, ormai obsoleto e non rispondente alle recenti normative Coni in materia di associazioni sportive dilettantistiche. Proprio in questi giorni ho predisposto la bozza, che consegnerò al consiglio direttivo e se approvata verrà presentata all’assemblea straordinaria per l’entrata in vigore.

Tanti nostri giovani talenti vanno a correre in altri club.

E’ logico. Vanno dove trovano servizi e uomini che li seguano, mettano a loro disposizione le barche, li assistano sui campi di gara. Negli anni ’80 e ’90 li seguivo mettendo a disposizione le barche della federazione e avevamo una scuola piloti, da dove tutti gli atleti che sono usciti, sono diventati campioni. Immaginate se un club qualsiasi in Italia disponesse di una location meravigliosa come la nostra, tirerebbe su cinquanta piloti ogni anno. Perché non possiamo tornare a farlo noi, con la storia, la sede e la professionalità che abbiamo? L’obiettivo è quindi consolidare le strutture formative per ripartire al più presto con la scuola, impiegando le risorse e le persone che servono. Stiamo valutando la proposta di Guido Cappellini del gemellaggio con l’Associazione Motonautica San Nazzaro sul Po, dove c’è una scuola efficiente e dove potremmo mandare gli allievi ad imparare le basi sulle barchine di 20 cavalli della Formula Junior Elite, viste le condizioni ideali sul posto per i neofiti. Terminata questa prima fase il perfezionamento dovrà però svolgersi qui.

La Centomiglia resiste all’usura del tempo

Anzi, in questi ultimi tre anni è tornata ai grandi numeri con la Touring Cup aperta al diporto e rimarrà sempre un punto di riferimento della motonautica italiana. Quest’anno avrà anche il Mondiale Endurance e l’italiano Offshore. Abbiamo avuto proposte per il Mondiale di Formula 2 nel 2026, essendo quest’anno la tappa italiana già calendariata a Brindisi. Il progetto sarebbe l’avvicendamento di anno in anno tra Como e la città pugliese. Resta comunque sempre aperta la possibilità della Formula 1, qualora si trovassero le risorse. A luglio ci sarà un concorso d’eleganza di barche storiche Riva.

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