Stadio, due progetti per i nuovi distinti. Le prime fuori casa?

Lavori al Sinigaglia Gli scenari per non perdere la A. Già domani i primi incontri: il cantiere va aperto subito

Lo spettacolo della serie A al Sinigaglia? Si può fare. Ma i tempi sono strettissimi. Così stretti che già domani si terranno i primi incontri istituzionali per preparare una road map che consenta di arrivare all’avvio della prossima stagione con lo stadio di Como omologato per ospitare le partite della massima serie. Il tempo stringe e il timore è che, almeno per le prime partite casalinghe (due o tre, dicono i più informati) gli azzurri potrebbero essere costretti a disputarle lontano dal lago.

La società di via Sinigaglia, nelle scorse settimane, ha già predisposto due differenti progetti - o, se si preferisce, piani d’azione - per aumentare la capienza della struttura razionalista di oltre tremila posti, per raggiungere la quota 10mila prevista dai criteri imposti dalla Lega Serie A. E voi vi chiederete: 10mila? Ma gli stadi di A non devono avere almeno 12mila posti a sedere, che significa quasi raddoppiare la capienza attuale?

La deroga

Per Como, in realtà, la deroga è automatica. Normative alla mano, per la prossima stagione i lariani potranno giocare in uno stadio con 10mila spettatori. Deroga prevista per gli «impianti costruiti nel territorio di comuni aventi una popolazione inferiore a 100mila abitanti e la competizione riguardi una squadra calcistica, avente sede o radicamento territoriale nel medesimo comune, promossa al predetto campionato per la prima volta negli ultimi venti anni». La norma è del 2005, ma sembra quasi scritta apposta per il Como. Insomma: il traguardo non è così lontano. Ma resta una domanda.

I lavori da fare

Dove andare a recuperare gli oltre 3mila posti in più? Sul tavolo, come detto, due progetti che riguardano, in particolare, il settore distinti. Il primo: abbattimento della struttura - ammalorata - in cemento dei vecchi distinti e realizzazione di una tribuna in tubolari come la curva azzurra. Il vantaggio di questo primo progetto, ancorché provvisorio, riguarda la voce tempi e costi. Lo svantaggio è legato alle autorizzazioni: il Sinigaglia è una struttura vincolata e sottoposta ai via libera della Soprintendenza.

Il secondo: intervento strutturale sull’attuale tribuna in cemento per renderla a norma e sicura. Una opzione molto più costosa e decisamente più lunga. Che però potrebbe anche essere presa seriamente in considerazione se si fondesse con il progetto del futuro stadio del Como, ma qui entrano in gioco tempistiche e rapporti istituzionali che non sembrano così agevoli, visto il poco tempo a disposizione.

Altro intervento previsto: l’ampiamento della curva ospiti. Con la realizzazione delle sedute nella parte destra della struttura - guardandola frontalmente - e la sistemazione della parte bassa, quella dei vecchi tubolari. Sul fronte della realizzazione obbligatoria del maxi schermo, nessun problema: la normativa prevede deroghe per gli impianti che hanno vincoli strutturali (come il Sinigaglia).

Fin qui la questione stadio al suo interno. Ma una partita importante si gioca anche fuori. Perché, inevitabilmente, i criteri di sicurezza per dividere le tifoserie avversarie si alzano. E di molto. Il Como dovrà cambiare tutti gli attuali cancelli divisori, con barriere più alte e più resistenti. Anche le protezioni lungo tutto il lato giardini dovrà essere rivisto con nuove cancellate, ben più sicure. Insomma: i lavori da fare sono tanti e importanti. Ma nulla è impossibile. Bisogna però fare in fretta, anche perché ulteriori deroghe sono previste per chi avvia i lavori di sistemazione dello stadio entro la fine della stagione. E visto che in serie B si devono ancora giocare i play off...

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