Zone umide, Federparchi: tutelare e ripristinare la natura

(ANSA) - ROMA, 31 GEN - Le zone umide "sono aree protette preziose per la ricchezza di biodiversità e per gli ecosistemi" ma "è necessario, come ci chiede l'Europa, procedere con interventi massicci di ripristino della natura nelle aree contigue e lungo il percorso dei fiumi, ponendo particolare attenzione al ripristino degli ecosistemi ripariali". Lo afferma il presidente di Federparchi Luca Santini rilevando il problema delle aree "direttamente interessate da corsi d'acqua, grandi o piccoli che siano" che "spesso, prima di arrivare nella zona protetta, attraversano aree ove raccolgono inquinanti di origine agricola, industriale o urbana".

Delle 56 specie di pesci di acqua dolce presenti in Italia sono 35 quelle catalogate come 'a rischio' nella Lista Rossa italiana elaborata nel 2023 in base ai criteri della Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura) e realizzata da Federparchi e ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Per tutelare la biodiversità di acqua dolce, aggiunge Santini, "è importante anche ripristinare una connettività tra i fiumi, soprattutto quelli minori, e rimuovere ove possibile gli sbarramenti creati dall'uomo che impediscono alle specie di muoversi liberamente e quindi riprodursi. I flussi di acqua si sono ridotti soprattutto negli ultimi anni e anche questo incide sula biodiversità".

La "Giornata mondiale delle Zone Umide" è sostenuta dall'Unep (United nations environment programme), ricorda Federparchi.

Secondo i dati della Convenzione oggi oltre un milione di specie a rischio nel mondo, animali e vegetali, dipendono dalle Zone umide per la loro sopravvivenza. Sono 172 i paesi che hanno sottoscritto la Convenzione e sono stati designati, a livello mondiale, 2.433 siti Ramsar per una superficie totale di 254.645.305 ettari. In Italia sono 66 i siti Ramsar istituiti o in via di istituzione per un totale di 79.826 ettari (dati Ispra). (ANSA).

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