In orbita Biomass, il satellite addestrato dalle foreste VIDEO

"Le operazioni di preparazione per il lancio sono procedute in modo regolare ", ha detto all'ANSA Antonio Pizzicaroli, capo delle Direzione operazioni di integrazione di Avio, l'azienda italiana che realizza il razzo europeo Vega. "Anche le previsioni meteo erano buone - ha aggiunto."

Il lancio si è concluso dopo 57 minuti con il rilascio del carico in orbita da parte del quarto e ultimo stadio di Vega C e poco dopo la prima rilevazione del segnale del satellite da parte delle antenne situate in Antartide, nel sito di Troll.

Biomass è la settima missione dell’Agenzia Spaziale Europea nell’ambito delle cosiddette Earth Explorers , come Goce nel 2013 per misurare il campo gravitazionale e Eolus nel 2018 per osservare i venti: satelliti con specifici compiti scientifici particolarmente complessi e con un gande impatto per la comprensione del nostro pianeta. Nei prossimi giorni Biomass eseguirà test sugli strumenti e aprirà la sua grande antenna , un ‘ombrello’ di 12 metri di diametro, parte dell ’innovativo radar di bordo, differente da tutti i suoi predecessori, che permette di misurare lo spessore delle impenetrabili foreste tropicali e fare una scansione completa, di tutto lo strato vegetale, dalla chioma fino alle radici, come in una sorta di ecografia.

“Si stima che le foreste tropicali da sole contribuiscano per circa 8 gigatonnellate, ossia 8 miliardi di tonnellate , di tutto il carbonio del pianeta ma si tratta di un valore stimato finora con grandi importanti incertezza”, ha detto Simonetta Cheli, a capo del direttorato Esa per l'osservazione della Terra e direttrice della sede Esrin in Italia. “Con Biomass – ha aggiunto – potremo finalmente definire con grande dettaglio questo valore . Dati che finora mancavano, che colmeranno una mancanza di informazioni cruciale per i modelli di simulazione per il clima mondiale”.
Una missione realizzata sotto la guida industriale di Airbus. che ha coinvolto decine di aziende europee tra cui i contributi di Leonardo e delle sue joint venture Telespazio e Thales Alenia Space. Italiano è anche il lanciatore, Vega C al suo quarto lancio: “Ogni lancio pone sempre delle sfide importanti, in questo caso non avevamo alcun margine sulla finestra temporale , perché si tratta di una missione programmata per rivisitare ogni punto del pianeta ogni volta esattamente nella stessa ora , e anche perché si tratta di un’orbita molto alta”, ha detto Giulio Ranzo, amministratore delegato di Avio, l’azienda italiana che realizza il razzo negli stabilimenti di Colleferro, in provincia di Roma.

Così le foreste hanno addestrato il satellite

Il respiro della foresta amazzonica è stato usato per addestrare il satellite Biomass dell'Agenzia Spaziale Europeaa a indagare uno dei misteri del nostro pianeta: misurare l'esatta quantità di carbonio custodito dagli alberi. Il centro in cui è avvenuto l'addestramento è quello di Paracou, nella Guyana Francese, poco distante dalla base di lancio europea di Kourou dalla quale il satellite è stato lanciato con successo.

"Gli alberi e le aree verdi del mondo custodiscono il 30% di tutto il carbonio del nostro pianeta, ma non sappiamo precisamente quanto sia", ha detto Mark Drinkwater, a capo della divisione dell'Esa delle Missioni scientifiche e per la Terra. "La maggior parte del carbonio - ha aggiunto - è nelle foreste tropicali, incredibilmente più dense di quelle a latitudini maggiori ma, può sembrare paradossale, delle foreste tropicali non abbiamo praticamente dati".

Questo vuoto di dati è dovuto a più fattori, tra cui la vastità delle foreste tropicali e la carenza di programmi di censimento, che potrà essere ora colmato da Biomass. Grazie al suo radar in banda P, il satellite può scansionare l'intero spessore delle foreste, dalla chioma alle radici, e misurarne la densità. "L'obiettivo finale è pesare tutta la biomassa delle foreste mondiali", ha aggiunto Drinkwater.

"Per arrivare però a farlo abbiamo dovuto prima di tutto capire la foresta: con i dati raccolti a terra, in anni di campionamenti, e con radar a bordo di aerei o fissati su alte torri", ha spiegato Thuy Le Toan, del Consiglio Nazionale delle Ricerche Scientifiche francese e ideatrice del programma Biomass. Un lavoro di ascolto dei tanti elementi che costituiscono le ricchissime foreste tropicali, come la crescita stagionale dei singoli alberi e le interazioni tra le varie specie vegetali e animali. Proprio per capire a fondo questi aspetti piccole porzioni di foreste, quadrati di 100 metri per lato, sono state monitorate ogni giorno per anni, per capire infine come queste differenze potessero essere captate da 666 chilometri dall'altezza, dall'enorme antenna radar di 13 metri di diametro a bordo di Biomass.

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