
Ansa Tecnologia
Giovedì 06 Marzo 2025
Per le le sonde Voyager una vita più lunga nello spazio interstellare
La Nasa ha deciso di spegnere uno strumento scientifico a bordo di ciascuna delle storiche sonde Voyager 1 e 2 lanciate 48 anni fa e giunte a oltre 20 miliardi di chilometri dalla Terra . L'obiettivo è prolungarne il più possibile la vita operativa , in modo che contruinino a trasmettere preziose informazioni dallo spazio interstellare .
"Le Voyager sono state delle rockstar dello spazio profondo sin dal lancio e vogliamo che rimangano tali il più a lungo possibile", ha affermato Suzanne Dodd, del Jet propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa e responsabile della missione. Per questo, ha aggiunto, il 25 febbraio scorso sulla Voyager 1 è stato disattivato l' esperimento sui raggi cosmici e il 24 marzo è prevista la disattivazione dello strumento per l' analisi delle particelle cariche a bassa energia sulla Voyager 2 .
" L'energia elettrica sta scarseggiando - ha aggiunto - e se non spegnessimo uno strumento su ogni Voyager ora, probabilmente avrebbero solo pochi mesi di energia prima di dover dichiarare la fine della missione".
Ciascuna sonda ha a bordo 10 strumenti scientifici , gran parte dei quali era stata disattivata dopo i sorvoli dei pianeti più esterni, l'ultimo fu quello di Nettuno nel 1989. Da allora le due Voyager hanno proseguito il viaggio verso i confini del Sistema Solare superando entrambi l' eliopausa , la regione di spazio dopo la quale il vento solare, ossia le particelle cariche emesse dal Sole, viene bloccato dalle particelle dello spazio interstellare: una sorta di bolla di confine della quale è stato possibile avere informazioni solo grazie ai dati delle due Voyager.
Nonostante gli sforzi e i problemi superati in tanti anni, le Voyager stanno inesorabilmente perdendo energia e già si prevede che altri strumenti dovranno essere spenti tra la fine del 2025 e il 2026 , ma si spera di poter continuare a comunicare con loro fino al 2030 . "Le Voyager hanno superato di gran lunga la missione originale - ha detto Patrick Koehn, della Nasa - e ogni bit di dati in più che abbiamo raccolto da allora non è solo prezioso per l'eliofisica, ma è una testimonianza dell'eccellenza ingegneristica: un viaggio iniziato quasi 50 anni fa e che continua ancora oggi".
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